Sa di beffa l'ultima riunione in Aran sul contratto dei DS fermi agli stipendi di dieci anni fa. Non solo avrebbero dovuto ottenere una parziale equiparazione della retribuzione di posizione alle altre ex aree confluite nella stessa area dell'Istruzione e Ricerca, ma ora sembra che non ci siano i fondi previsti dalla legge per garantire questo obiettivo minimo già criticato da Udir perché insoddisfacente. 

 

 

 

 

 

Fulcro della riunione di ieri è stato il tema delle risorse per gli incrementi stipendiali e l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa a quella dei dirigenti del comparto ‘Istruzione e Ricerca’. Inutile sottolineare il dislivello nella retribuzione che intercorre tra i dirigenti dei vari comparti: la retribuzione di posizione di parte fissa dello stipendio dei dirigenti scolastici è di 3.556,68 euro lordi annui, mentre quella degli altri dirigenti del Comparto di 12.155,61 euro lordi annui.

 

L’Aran ha anche fatto il punto della situazione circa le risorse disponibili: 37 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2018, 41 milioni per il 2019 e 96 milioni a decorrere dal 2020 a cui si aggiungono 35 milioni previsti dall’art.1 c. 86 della legge 107/2015 e destinati dalla legge di bilancio 2017 all’obiettivo della equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa.

 

La vera problematica concerne le risorse stanziate nell’ultima legge di Bilancio che se bastevoli per il 2018 non lo sono per il 2019 per la equiparazione: è difficile, infatti, inquadrare nel periodo della validità del contatto le somme della finanziaria 2018 per il triennio 2018-2020, visto che quelle previste per il 2019 non bastano al mantenimento della perequazione possibile per il 2018. “La soluzione potrebbe consistere nel possibile utilizzo, per la retribuzione di posizione di parte fissa, di altre risorse presenti nel FUN ma attualmente destinate alla parte variabile”. Su tale questione l’Aran si confronterà col Miur.

 

Udir, giovane sindacato nato con l’intento di tutelare i dirigenti della scuola, ha ampiamente, e anche nei mesi passati, dedicato le proprie risorse per sollevare e risolvere il problema. Infatti, ha inviato alla V e VII Commissione di Palazzo Madama quattro proposte di modifica dell’articolo 53 del disegno di legge n. 2960, tra cui la perequazione interna ed esterna stipendiale rispetto ai colleghi della medesima area.


Si è battuta e si batte affinché la parità di trattamento tra dirigenti scolastici e i dirigenti dell'area Miur debba avvenire fin da questo contratto e subito, non progressivamente. Basta dire che nel 2015, in base all’Atto di Indirizzo, i dirigenti di Università e Ricerca annualmente guadagnavano 96.216,56 euro, a fronte dei 57.893,28 euro medi dei dirigenti scolastici: la perequazione da colmare è oggi quindi pari a 38.323,28 euro annui, ovvero 2.947,94 al mese.

 

Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, afferma che “ci siamo sempre battuti per far sì che i dirigenti scolastici, visti anche i rischi penali, abbiano quanto gli spetta. Non comprendiamo davvero perché sono sottoposti a responsabilità molto maggiori di quelle degli altri dirigenti di aree differenti ma inspiegabilmente pagati molto meno. Noi invitiamo i nostri soci a rivolgersi al giudice per rivendicare il mal tolto con tanto di interessi. Per questo motivo rilanciamo il nostro ricorso”.

 

 

 

 

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