La dirigente condannata per lesioni colpose gravi, per la caduta di un alunno da un balcone durante gli esami di Stato. Per Udir in questa sentenza è affermato un principio pericoloso: il DS è responsabile comunque sui temi di sicurezza indipendentemente dalle prove, dai fatti oggettivi e dalle evidenze.

 

Marcello Pacifico (Udir): Questa condanna porterà a un irrigidimento delle posizioni del sindacato che si vedrà costretto a dare indicazioni per l’eventuale chiusura degli istituti scolastici con problematiche legate alla sicurezza tramite segnalazione in prefettura.

 

Sentenza definitiva per la dirigente scolastica del polo liceale di Sapri, per l'incidente a uno studente avvenuto a scuola nel 2011. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza di secondo grado e la preside è stata condannata, per lesioni colpose gravi, a un mese di reclusione, pena sospesa, col beneficio della non menzione nel certificato penale, e a una provvisionale di 15mila euro. «È una sentenza che deve preoccupare tutti i presidi d'Italia», afferma l'avvocato. «La mia assistista è stata condannata per fatti che sono avvenuti all'interno di un'area dell'edificio che non era nelle competenze della scuola ma della Provincia di Salerno e in un giorno in cui la stessa si trovava fuori Sapri per presiedere una commissione d'esame.»

 

Per Udir questa sentenza afferma un  principio molto pericoloso, ovvero che il dirigente scolastico è responsabile comunque sui temi di sicurezza indipendentemente dalle prove, dai fatti oggettivi e dalle evidenze. In questo caso come in molti altri il D.Lsg. 81/2008 presta il fianco a tutta la sua ottusità nel voler considerare il DS alla stregua di datore di lavoro e comunque di responsabile unico in tema di sicurezza. Ricordiamo come il sindacato da anni ormai lanci moniti su questo tema: il dirigente scolastico non è proprietario dell’immobile e nemmeno ha fondi sufficienti per poter intervenire, non è datore di lavoro nel senso esteso della parola e nemmeno può gestire strutture complesse come quelle scolastiche che spesso si estendono su più comuni, con tutte le difficoltà di controllo.

 

Eppure la Cassazione e prima di lei due gradi di giudizio hanno ritenuto la dirigente scolastica, da tutti stimata per la sua precisione, operosità e correttezza, colpevole dei fatti e questo nonostante le evidenze dibattimentali che hanno provato che il ballatoio da cui era caduto il ragazzo non era di pertinenza della scuola. Questo deve allarmare sopra ogni cosa, perché una legge non può esser strutturata per ritenere colpevole al di sopra di ogni prova a discolpa. Ma il fatto che più sconcerta è come la responsabilità in carico al dirigente scolastico sia fortemente sbilanciata rispetto alle leve che ha per difendersi dall’eccessiva responsabilità che la legge stessa carica in seno al DS. Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, afferma che “questa condanna non può che portare a un irrigidimento delle posizioni del sindacato che si vedrà costretto a dare indicazioni per l’eventuale chiusura degli istituti scolastici con problematiche legate alla sicurezza tramite segnalazione in prefettura; lo Stato non può colpire i suoi servitori senza dare gli strumenti per assolvere a quanto ottusamente le sue leggi richiedono”.

 

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