I Presidi di Udir chiedono un intervento normativo che chiarisca come il rischio di diffusione da contagio Covid-19 alla riapertura delle scuole per personale e studenti non sia imputabile penalmente al loro operato. Il giovane sindacato ha attivato un servizio di consulenza ad hoc per ridurre al minimo le responsabilità imputabili al DS. Pacifico (Udir): già a fine agosto inizierò a visitare le scuole per capire se le richieste di personale e aule in più oltre che di banchi agli UUSSRR è stato soddisfatto. Si deve intervenire già nel corso di conversione del DL 104/20.

Uno “scudo” ad hoc per tutelare i capi d’istituto, lo ha sempre chiesto Udir insieme a un chiarimento del testo unico sulla sicurezza sulla responsabilità del DS quale datore di lavoro atipico senza tanti poteri di spesa sulla prevenzione e sulle misure legate alla salute del personale scolastico e studentesco.

Non lo si vuole chiamare “scudo” poco importa serve una norma ad hoc, come finalmente si sono accorti gli altri sindacati, per tutelare i dirigenti scolastici dai possibili problemi derivanti dal rientro in classe di oltre 8 milioni di alunni: a chiaderlo è il sindacato Udir, ribadendo l’appello formulato lo scorso mese di maggio, a seguito della condivisibile affermazione della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sul fatto che al ministero di viale Trastevere si sta lavorando per far sì che non ricada tutto sulle spalle dei capi d’istituto e che si possa tornare a scuola in sicurezza.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Udir, “tra meno di un mese, quando torneranno a riempirsi le classi, risulterà difficile risalire alle origini e alla diffusione di eventuali casi di contagio all’interno degli istituti scolastici. Il capo d’istituto, anche quello più ligio nell’occuparsi del buon andamento organizzativo della sua scuola sotto gli aspetti didattici ed educativi, non può farsi carico di situazioni avulse dal suo ruolo. Quali colpe può avere se non saranno stati consegnati nei tempi promessi in un primo tempo, entro il 7 settembre, i banchi monoposto necessari a mantenere il distanziamento di un metro tra gli alunni? Perché deve pagare penalmente il preside se un alunno è asintomatico e trasmette il virus a compagni di classe, docenti e Ata?”.

Mancano meno di due settimane al nuovo anno scolastico e diventa sempre più di attualità il tema della sicurezza, soprattutto dopo l’innalzamento dei contagi da Covid, e delle responsabilità quando torneranno negli istituti scolastici alunni, docenti e personale Ata.

TIMORI FONDATI

I timori che possano venirsi a determinare dei contagi, a seguito delle lezioni in presenza, sono fondati e diventa a questo punto indispensabile e prioritario chiarire che i dirigenti scolastici non possono fungere da capri espiatori. Se è vero, infatti, che il Governo ha autorizzato la spesa per assumere 40 mila tra docenti e amministrativi in più, per poter lodare altri spazi, tuttavia, tale somma è ancora troppo poca rispetto alle effettive esigenze di rispetto del distaccamento sociale come sottoscritte nel protocollo del 6 agosto da quasi tutti i sindacati rappresentativi. Udir chiede da mesi, a questo proposito, l’approvazione di una norma ad hoc già durante l'esame in Senato del Decreto legge 104/2020 che li tuteli da possibili risvolti penali, derivanti dall’esigenza impellente di assicurare il diritto allo studio e la ripresa delle attività in presenza: una richiesta che passa, è bene ricordarlo, per la ridefinizione del loro ruolo di datori di lavoro, senza “portafoglio”, nella gestione di immobili che rimangono di proprietà degli enti locali.

IL PARERE DEL PRESIDENTE NAZIONALE UDIR

Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, ritiene che “sia impossibile, dopo aver messo atto tutti gli accorgimenti di prevenzione e sicurezza previsti dai protocolli, individuare le responsabilità sulla possibile trasmissione di virus all’interno della comunità scolastica. Parliamo, tra l’altro, di un ambiente formativo e di lavoro dove stanno a contatto in spazi ristretti due milioni tra alunni, docenti, lavoratori, diverse figure professionali e interlocutori territoriali. Secondo noi, mai come ora serve un intervento del Parlamento e di tutte le forze politiche che metta i dirigenti scolastici al riparo dalle responsabilità penali a cui sono soggetti che non sono proprio da attribuire al ruolo originario, legato agli aspetti didattici ed educativi. È accaduto già in passato che i dirigenti delle scuole abbiano pagato, anche con il carcere, per colpe non loro: finiamola con questo errore di fondo, perché sennò saranno costretti a consegnare le chiavi ai prefetti come qualcuno già nelle chat scrive”.