A due settimane dal nuovo anno scolastico e poco meno di un mese dall’inizio delle lezioni rimangono diverse difficoltà da superare per la riapertura delle scuole: una delle più importanti riguarda le delimitazioni delle responsabilità in capo ai presidi, che con le lezioni in presenza da attuare in fase di emergenza epidemiologica potrebbero andare a determinare grossi problemi. “I dirigenti scolastici di tutta Italia iscritti a Udir - ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente Udir, nel corso di una intervista a Italia Stampa - chiedono alla ministra dell’Istruzione un intervento urgente, affinché si chiarisca una volta per tutte quali siano le loro responsabilità, nel momento in cui il Protocollo di sicurezza non potrebbe essere rispettato per salvaguardare il distanziamento fisico”.

Si avvicina la riapertura delle scuole e i dirigenti scolastici chiedono chiarezza sulle loro responsabilità. “Questo accade – dichiara Marcello Pacifico, leader del sindacato Udir - nel momento in cui purtroppo sta per rialzarsi, tornando sui livelli di fine maggio. I dirigenti scolastici hanno chiesto classi in più, aule, locali. E hanno chiesto anche tanto personale. Ma hanno chiesto anche tanto personale aggiuntivo anche se non sanno quando e come utilizzarlo. Anche se fosse confermata la quota di 76 mila posti in più bisognerà comunque confrontarsi con le singole situazioni per mantenere un distanziamento sociale di cui i presidi non possono essere ritenuti responsabili”.

“Ecco perché, a questo punto, nel decreto legge 104 di agosto Udir chiede un intervento chiarificatore sul Testo unico sulla sicurezza, in particolar modo sulla necessità di riaprire le scuole e su quali siano le responsabilità del dirigente scolastico nel momento in cui non può ottemperare alle prescrizioni del Comitato tecnico scientifico che in questi giorni tornerà a riunirsi”, conclude Marcello Pacifico.

Nella fattispecie, il giovane sindacato a tutela dei dirigenti scolastici, assieme ad un chiarimento sul Testo unico sulla sicurezza sulla responsabilità dei presidi, torna a chiedere uno “scudo” ad hoc per tutelare i capi d’istituto, i quali continuano ad essere considerati datori di lavoro sempre più atipici, poiché privi di tanti poteri di spesa sulla prevenzione e sulle misure legate alla salute del personale scolastico e studentesco, ma direttamente responsabili – anche dal punto di vista penale - qualora subentrassero “incidenti di percorso” anche non attinenti al loro operato.

Per ascoltare tutta l’intervista di Italia Stampa al professor Marcello Pacifico cliccare qui.