La richiesta del leader del giovane sindacato è stata formulata al titolare della Funzione Pubblica durante l’incontro tenuto a Palazzo Vidoni assieme alla delegazione Cisal: non si può parlare di reddito minimo di cittadinanza senza occuparsi del salario minimo dei cittadini lavoratori, il quale secondo un preciso accordo tra le parti sociali e Confindustria solo nel privato garantisce l'allineamento degli stipendi all'inflazione, mentre nel pubblico per colpa del blocco stipendiale lungo otto anni, nonostante i recenti aumenti complessivi del 5%, vede gli stessi stipendi di base almeno sette punti ancora sotto l'inflazione. Il sindacalista autonomo ha inoltre chiesto il pensionamento della categoria a 63 anni con il massimo contributivo per tutti, che non rappresenta nulla di trascendentale visto che è il modello adottato oggi in Europa, oltre al riconoscimento del lavoro gravoso anche per i docenti in servizio nella scuola primaria e secondaria.

 

 

Salario minimo per i dipendenti e dirigenti pubblici, più anticipo pensionistico con quota 96 senza vincoli per gli insegnanti: così Marcello Pacifico, presidente Anief - Udir e segretario confederale Cisal ha aperto il suo intervento al tavolo di Palazzo Vidoni a confronto con il Ministro della P.A. Giulia Bongiorno. L’attenzione del sindacalista si è soffermata sull'articolo 21 della Legge di Stabilità in via di definizione, il disegno di legge sul “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” AC n. 1334, per il quale il sindacato ha predisposto un emendamento specifico.

Il presidente Marcello Pacifico ha fatto presente che “è inutile continuare parlare e pensare di introdurre il reddito minimo di cittadinanza, disinteressandosi del salario minimo dei cittadini lavoratori: secondo un preciso accordo tra le parti sociali e Confindustria, solo nel privato ad oggi si garantisce l'allineamento degli stipendi all'inflazione. Mentre, per colpa dell’assurdo blocco degli stipendi imposto per otto anni consecutivi agli Statali, nonostante i recenti aumenti complessivamente del 5%, vede gli stessi stipendi di base almeno sette punti ancora sotto il costo della vita”.

Pertanto, per il leader dell’Anief “bisogna utilizzare parte delle risorse del nuovo governo, sempre all’interno della Legge di Stabilità, istituendo un fondo per armonizzare progressivamente gli stipendi del personale della scuola all'indice Ipca registrato tra il 2008 e il 2015: sulla base di questo dato certificato, occorre quindi un +7% al netto degli aumenti per il 2016/2018 come base di partenza per aprire le trattative sul rinnovo”.

Il sindacalista autonomo ha inoltre chiesto di anticipare l’uscita dal lavoro degli insegnanti a 63 anni e con il massimo contributivo per tutti, quindi senza vincoli o penalizzazioni legate alla prevalenza del sistema contributivo o al gap rispetto al pensionamento previsto della Legge Fornero: tale possibilità, del resto, non rappresenta nulla di trascendentale visto che è il modello adottato oggi in Europa. Inoltre, è fondamentale approvare da subito, sempre nella Leggi di Stabilità, il riconoscimento del lavoro gravoso anche per i docenti in servizio nella scuola primaria e secondaria. E non solo in quella dell’infanzia, come è previsto oggi attraverso l’Ape Social.

Nello specifico, per quanto riguarda i nuovi parametri di accesso alle pensioni, Marcello Pacifico ha dichiarato al tavolo sindacale che “non è possibile ipotizzare di lasciare il lavoro con quota 100 perdendo fino al 30% dell'ultimo assegno o rispetto al quantum previsto a 67 anni, quando 63 anni e 37 anni di contributi rappresentano il livello medio di pensionamento di vecchiaia o contributivo adottato in Europa, dove si va quindi in pensione con il massimo dell'assegno disponibile senza far passare tutto ciò come una concessione”.

Sul mancato riconoscimento del lavoro usurante per gli insegnanti italiani, il sindacalista autonomo ha fatto riferimento agli “studi sullo stress da lavoro correlato e bornout del dott. Lodolo D’Oria” e “all’accertato stress psico-fisico della categoria: stiamo parlando del personale insegnante più vecchio del mondo, con due docenti italiani su tre ultra cinquantenni e una quantità sempre più alta over 60, il cui pensionamento è stato progressivamente procrastinato. Andando a determinare un turn over sempre più difficoltoso. Ma nessuno vuole prevedere per loro una deroga alla riforma Fornero. Benché fosse necessaria. Abbiamo chiesto, per queste ragioni, attraverso specifici emendamenti all’articolo 21 della Legge di Stabilità, di reintrodurre quota 96 e di riconoscere anche ai docenti della primaria e della secondaria l'attuale Ape sociale”.

 

 

IL TESTO COMPLETO DEGLI EMENDAMENTI ANIEF SUL TEMA:

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021

AC n. 1334

Emendamenti ANIEF

 

ART. 21. (Fondi per l’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza e per la revisione del sistema pensionistico)

I

All’articolo 21, comma 1, aggiungere il seguente periodo: “Il fondo di cui al comma precedente serve anche a garantire, nei rinnovi contrattuali previsti per i dipendenti e dirigenti del pubblico impiego di cui all’articolo 34 della presente legge, l’allineamento del salario minimo al tasso annuo di inflazione reale, certificato dall’Istat e accertato dal Ministero dell’Economia e Finanze”.

Motivazione [Salario minimo garantito nei rinnovi contrattuali]:

rispetto al blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione si dispone il riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 20%. La copertura finanziaria è garantita dalle risorse stanziate dal Fondo per il reddito di cittadinanza.

II

All’articolo 21, comma 2, alla fine del periodo inserire il seguente testo: “Sono a carico dello Stato per il periodo di durata legale dei corsi di laurea, ad ogni modo, i contributi figurativi inerenti il diritto all’accesso e alla decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità, per i cittadini in possesso della laurea magistrale o vecchio ordinamento con la votazione di 110 e lode, entro la durata legale del corso di studi e prima del compimento del trentesimo anno di età, in università statali e telematiche. Per la copertura degli oneri derivanti dal presente intervento, si dispone l’incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse ulteriori da reperire a seguito della soppressione all’articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 294 delle parole “ricettive” e “ricreative”.”

Motivazione [Gratuità riscatto laurea ai fini pensionistici per le giovani eccellenze]:

analogamente a quanto normato all’articolo 50 sul bonus occupazionale per le giovani eccellenze, è necessario intervenire anche sulla maturazione del requisito contributivo per l’accesso al sistema pensionistico. La copertura finanziaria è garantita da un incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse derivanti dal pagamento dell’ICI dei soggetti proprietari di immobili destinati ad attività ricettive e ricreative, prima esonerati, a seguito della sentenza n. 166 del 6 novembre 2018 della Corte di Giustizia Europea nella Cause riunite C-622, C-623, C-624/16.

III

All’articolo 21, comma 2, alla fine del periodo inserire il seguente testo: “Per il personale docente, ad ogni modo, si applicano ai fini del diritto all’accesso e alla decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità, le disposizioni normative previgenti all’approvazione dell’articolo 24, della legge 22 dicembre 2011, n. 214 e successive modificazioni. Per la copertura degli oneri derivanti dal presente intervento, si dispone l’incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse ulteriori da reperire a seguito della soppressione all’articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 294 delle parole “ricettive” e “ricreative”.”

Motivazione [Esonero dalla riforma Fornero per il personale docente]:

il carattere peculiare della professione docente rispetto alle altre professioni della Pubblica Amministrazione per il diffuso e gravoso stress psicofisico, unito all’attuale pesante gap generazionale tra docenti e discenti con il personale insegnante più vecchio del mondo, necessita di un’apposita finestra che permette l’accesso e la decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità secondo le regole previgenti la riforma cosiddetta “Fornero”. La copertura finanziaria è garantita da un incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse derivanti dal pagamento dell’ICI dei soggetti proprietari di immobili destinati ad attività ricettive e ricreative, prima esonerati, a seguito della sentenza n. 166 del 6 novembre 2018 della Corte di Giustizia Europea nella Cause riunite C-622, C-623, C-624/16.

IV

All’articolo 21, comma 2, alla fine del periodo inserire il seguente testo: “All’allegato b) di cui all’articolo 1 comma 148, punto H della legge 27 dicembre 2017, n. 205, dopo la parola “infanzia” aggiungere le seguenti parole “, primaria e secondaria. Per la copertura degli oneri derivanti dal presente intervento, si dispone l’incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse ulteriori da reperire a seguito della soppressione all’articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 294 delle parole “ricettive” e “ricreative”.

Motivazione [Estensione carattere gravoso a tutta la professione docente]:

lo svolgimento della professione docente ha un carattere gravoso in tutti gli ordini di scuola, come si evince dagli studi sullo stress da lavoro correlato e bornout del dott. Lodolo D’Oria, ragion per cui risulta indispensabile allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista soltanto per il personale dell’infanzia. La copertura finanziaria è garantita da un incremento del Fondo per la revisione del sistema pensionistico con le risorse derivanti dal pagamento dell’ICI dei soggetti proprietari di immobili destinati ad attività ricettive e ricreative, prima esonerati, a seguito della sentenza n. 166 del 6 novembre 2018 della Corte di Giustizia Europea nella Cause riunite C-622, C-623, C-624/16.

 

 

 

PER APPROFONDIMENTI:

 

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