A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, atti vandalici in una scuola a Palermo. I danni sono corposi: muri imbrattati, estintori svuotati, armadi distrutti, materiale didattico fatto a pezzi. Francesca Lo Nigro (dirigente della direzione didattica Gabelli): È come se fosse passato un ciclone. Con il chiaro intento di distruggere e basta, non di rubare.

Marcello Pacifico (presidente Udir): Le scuole collocate in aree più a rischio, con alti tassi di abbandono e scarso tessuto socio-culturale, vanno sostenute grazie al coinvolgimento formale di esperti esterni, psicologi, assistenti sociali, di una rete territoriale che possa intervenire in particolari momenti critici.

Come riporta La Repubblica, a Palermo “a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico hanno trovato la scuola devastata. Le aule dell’infanzia del plesso Pascoli di piazza Zisa che fa capo alla direzione didattica Gabelli sono state vandalizzate, probabilmente in più incursioni”.

I danni sono sostanziosi: “muri imbrattati, estintori svuotati, armadi distrutti, materiale didattico fatto a pezzi che le maestre avevano appena acquistato autotassandosi in vista dell’inizio dell’anno scolastico. Anche i muri erano stati appena ripuliti”.

Francesca Lo Nigro, dirigente della direzione didattica Gabelli, ha dichiarato che si tratta di un chiaro segno di barbarie: “È come se fosse passato un ciclone. Con il chiaro intento di distruggere e basta, non di rubare. Per noi un danno grave, visto che i fondi scarseggiano e non sarà facile riacquistare tutto e rimettere le aule in piedi”.

Il giovane sindacato Udir esprime profonda solidarietà e vicinanza alla dirigente scolastica e sottolinea come, soprattutto in zone particolarmente disagiate, sia necessario incentivare le attività scolastiche, poiché la scuola è proprio presidio di legalità, anteposto alla criminalità, che necessita di più fondi e aperture anche pomeridiane, che diano ai ragazzi un valido supporto per una sana crescita personale e professionale.

Il presidente nazionale Udir, Marcello Pacifico, afferma appunto che bisogna “contrastare il fenomeno della dispersione scolastica: le scuole collocate in aree più a rischio, con alti tassi di abbandono e scarso tessuto socio-culturale, vanno sostenute grazie al coinvolgimento formale di esperti esterni, psicologi, assistenti sociali, di una rete territoriale che possa intervenire in particolari momenti critici. Bisogna poi supportare il sistema scolastico delle regioni più arretrate con finanziamenti ad hoc, anche europei, rinforzare gli organici di docenti e personale Ata, anticipare l’obbligo scolastico a 5 anni e posticiparlo sino alla maggiore età”.