Sta facendo discutere l’ordinanza 70 dell’8 settembre scorso dalla Regione Campania sull’obbligo tassativo di docenti e personale Ata di sottoporsi al test sierologico per verificare l’eventuale contagio da Covid19, con tanto di multa (salata) per chi dovesse rifiutarsi. La decisione è contraria a quanto sottoscritto dal Ministero dell'istruzione sindacati a livello nazionale, alle indicazioni del comitato tecnico-scientifico, a quanto legiferato dal Governo. Pacifico (Anief-Udir): Ho fatto il test martedì scorso e abbiamo invitato tutti a farlo. Ma imporlo è inutile: 8 milioni di studenti non lo fanno, così come misurare la febbre prima dell'entrata.

“Obbligare i lavoratori a svolgere il test sierologico a pochi giorni dall’inizio della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e Udir – rappresenta una forzatura, che non può essere nemmeno giustificata dall’incremento dei contagi, considerando che la quota è ormai stabile da qualche settimana. Noi, certamente, siamo stati i primi a sostenere che va svolto, perché è fondamentale tutelare la salute di tutti i lavoratori, ad iniziare da coloro che versano in condizioni di “fragilità” e che, in caso di positività, va effettuato con immediatezza il tampone. Ma da qui a cambiare le decisioni sui due piedi e senza motivazioni solide ce ne passa. Anche perché va ricordato che continua a non essere un’eccezione il rimbalzo di responsabilità tra medici di famiglie e Asl su chi deve praticare l’esame. Con i lavoratori costretti a rivolgersi, spesso, all’uno e all’altro senza trovare soluzione. In Calabria, ad esempio, ancora si devono svolgere. Quello che riteniamo prioritario, invece, è il rispetto dei protocolli approvati per il comportamento a scuola, in modo di evitare assembramenti, con la formazione di gruppi classe non oltre di 15 alunni, come Anief continua a chiedere dal mese di aprile”.

COSA DICE L’ORDINANZA

Nell’ordinanza si legge che a "tutto il personale, docente e non docente, delle scuole ed istituti scolastici di ogni ordine e grado della regione Campania è fatto obbligo ove residente nella regione Campania, di segnalarsi al proprio Medico di medicina generale ovvero al Dipartimento di prevenzione della ASL di appartenenza al fine di sottoporsi al test sierologico e/o tampone e di esibizione dei relativi esiti al proprio Dirigente scolastico, che esercita le funzioni di Datore di lavoro nelle scuole statali, ovvero, per le scuole paritarie, al Datore di lavoro; ove residente in regione diversa dalla Campania, di segnalarsi al proprio Dirigente scolastico (che esercita le funzioni di Datore di lavoro nelle scuole statali), ovvero, per le scuole paritarie, al Datore di lavoro, al fine di sottoporsi al test e/o del tampone a cura del servizio sanitario regionale". Le disposizioni "non si applicano ai soggetti che comprovino al proprio Dirigente scolastico- ovvero, per le scuole paritarie, al Datore di lavoro- di aver effettuato, anche su base volontaria, test sierologico e/o tampone diagnostico in data non anteriore al 24 agosto 2020, con esito ‘negativo’".

Bypassando anche aspetti rilevanti legati alla privacy dei lavoratori, l’ordinanza prevede pure che "ai Dirigenti scolastici ovvero, per le scuole paritarie, ai Datori di lavoro, è fatto obbligo di raccogliere e segnalare alla ASL di riferimento della scuola i nominativi dei soggetti, di cui al precedente punto 1.1., secondo la linea, da sottoporre a screening e di verificare, antecedentemente all'avvio dell'anno scolastico, che tutto il personale sia stato sottoposto a screening, segnalando alla ASL di riferimento entro il 21 settembre 2020 eventuali soggetti che risultino ancora non controllati”. Pertanto, i Dirigenti Scolastici/Datori di lavoro "avranno cura di diffondere il presente provvedimento presso il proprio personale e di richiamare le sanzioni connesse all'eventuale inosservanza". 

A questo proposito, “ai sensi di quanto disposto dall’art.2 del decreto legge n.33/2020, convertito con modificazioni dalla legge 14 luglio 2020, n.74, salvo che il fatto costituisca reato diverso da quello di cui all’articolo 650 del codice penale, le violazioni delle disposizioni della presente Ordinanza sono punite con il pagamento, a titolo di sanzione amministrativa, in conformità a quanto previsto dall’articolo 4, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge n.35 del 2020 e ss.mm.ii”. Quindi, il pagamento previsto dal comma 1, art.4 del decreto va dai 400 ai 3.000 euro. Ed in caso di reiterata violazione del presente provvedimento la sanzione amministrativa è raddoppiata. 

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Secondo l’Anief – che ha sempre sostenuto fondamentale ritornare a scuola nella massima sicurezza, puntando sulla prevenzione facendo certamente applicare il distanziamento sociale - la decisione presa nella Regione Campania non tiene conto delle conclusioni cui sono giunti gli esperti epidemiologi e tutte le parti coinvolte, che hanno auspicato lo svolgimento del test sierologico, senza però renderlo obbligatorio. La domanda che poniamo pubblicamente, allora, è la seguente: può una singola giunta regionale modificare sostanzialmente la decisione presa a livello interministeriale ed in questo caso anche con l’ausilio di importanti istituzioni sanitarie? Secondo il sindacato, la risposta non può che essere negativa.

“In una regione come la Campania – spiega Stefano Cavallini, presidente regione Campania dell’Anief – con circa 160.000 addetti nel mondo della scuola, con medici di medicina generale che non vogliono effettuare i test, con presidi sanitari presi d’assalto e lunghe file e liste di attesa, far pagare ai docenti questa situazione è il colmo. Senza dimenticare l’aumento dei contagiati in regione e soprattutto tra i giovani. Pertanto, rendere obbligatorio un test al personale della scuola senza un reale controllo sugli alunni è perfettamente inutile. Purtroppo sembra di trovarsi di fronte a una ordinanza di natura esclusivamente ‘politica’”.