In primo piano

Del numero imprecisato ma corposo di istituzioni scolastiche inadeguate si è parlato durante la due giorni in corso di svolgimento a Palermo, presso l'Hotel San Paolo: ieri si è fatto il punto della situazione sulle troppe responsabilità a carico dei capi d’istituto, oggi – con Anief - è stato realizzato un focus sulla crescente violenza e sul bullismo nelle scuole, alla presenza di diversi professionisti del settore. Nel corso del convegno, è stato ricordato che il 31 dicembre scorso sono scaduti sia il termine di adeguamento alla normativa antincendio, sia il termine di adeguamento degli edifici e locali adibiti ad asili nido. Il decreto suddivide in 3 livelli di priorità le disposizioni di cui tenere conto nel programmare le attività di adeguamento degli edifici e dei locali adibiti a scuole, che potranno essere utilizzate dai Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco per impartire prescrizioni graduali e graduate, in presenza della rilevazione di carenze o lacune negli adempimenti inseriti nei diversi livelli di priorità dal decreto. Poi, con la Nota n. 5264, emessa dal Ministero dell’Interno lo scorso 18 aprile, sono state indicate le misure integrative del decreto madre.

 

Natale Saccone (ingegnere esperto di sicurezza): Il livello di priorità A riguarda l’osservanza delle disposizioni del dm 26 agosto 1992 relative a impianto elettrico di sicurezza; sistemi di allarme; estintori; segnaletica di sicurezza; norme di esercizio. Il livello di priorità B, invece, è relativo all’osservanza delle disposizioni dm 26 agosto 1992 relative a spazi per esercitazioni; spazi per depositi; spazi per l’informazione e le attività. Il livello di priorità C, infine, coinvolge le restanti disposizioni del decreto ministeriale. Sulla base della valutazione del relativo rischio incendio e delle condizioni impiantistiche, ogni Dirigente Scolastico, assieme al proprio SPP e previa consultazione dell’RLS, dovrà individuare il livello di priorità tra A, B o C per ogni plesso annesso alla propria scuola ed inviare una diffida al proprietario dell’immobile affinché intervenga per il ripristino delle condizioni indicate proprio nel Decreto del 21 marzo scorso.

 

Per questi motivi, l’UDIR, solo per i propri iscritti, ha preparato una diffida da inviare all’ente locale proprietario dell’immobile, al fine di non vedersi applicate le procedure sanzionatorie previste dal D. Lgs. 19/12/1994 n. 758 per le contravvenzioni rilevate. Perché la sicurezza viene prima di tutto, alla pari della salvaguardia dei diritti dei capi d’istituto, che non possono rischiare il carcere per colpe non loro.

 

 

Ai sensi del CCNQ 13 luglio 2016. La firma non è scontata, considerato che i confederali che hanno firmato il contratto nel comparto non hanno la maggioranza in questo tavolo. Per Udir il tema della perequazione interna deve essere affrontato una volta per tutte e superato in linea con quanto stabilito dal legislatore, sia in tema di stipendio tabellare che di salario accessorio. Le risorse della Buona Scuola, invece, devono essere utilizzare per estendere la RIA a tutti gli assunti dopo il 2001. Il tema sarà affrontato domani durante un convegno nazionale organizzato dal giovane sindacato nel capoluogo siciliano. Partecipa pure tu.

 

 

Le vicende di questi giorni ripropongono l’annosa questione del rischio di caduta dall’alto per la mancata messa in sicurezza delle strutture scolastiche italiane, nonché la valutazione sulla vulnerabilità sismica degli stessi edifici, la metà dei quali costruiti prima degli anni Settanta, al fine di ottenere la relativa classificazione. Su questo versante l’Udir nel corso dell’anno ha messo in campo dei seminari su tutto il territorio nazionale, rivolti ai Dirigenti Scolastici ed agli addetti del settore aventi come oggetto le “R” della responsabilità, tra cui quella attinente proprio alla sicurezza: nel corso degli incontri è stato ampiamente sviscerato il problema della sicurezza a scuola in merito all’impiantistica antincendio e alla messa in sicurezza delle strutture contro il rischio sismico. Tutte norme che, però, continuano sistematicamente a non essere adottate. E non certo per colpa dei dirigenti scolastici, cui fanno capo le responsabilità avendo però le mani legate e nessun margine di iniziativa se non di sollecitare interventi. L’Udir in tempi non sospetti aveva presentato, in formale audizione alla Camera dei Deputati, un titolo aggiuntivo al decreto legislativo 81/08, per individuare le responsabilità, le competenze e le modalità d’attuazione dei controlli e verifiche del patrimonio dell’edilizia scolastica italiana.

Per approfondire anche questi temi, Udir nel prossimo week end ha organizzato a Palermo una due giorni di confronti: un convegno nazionale, che si terrà il 19 maggio presso l'Hotel San Paolo, e un evento, il 20 maggio, sulla crescente violenza e sul bullismo nelle scuola, in programma nello stesso luogo. La partecipazione e il soggiorno sono gratuiti: inoltre, per i dirigenti scolastici è previsto un rimborso delle spese di viaggio.

 

Marcello Pacifico (presidente Udir): La figura istituzionale del dirigente scolastico in merito agli impianti ed alle strutture non ha alcun potere decisionale, né tantomeno di spesa, su immobili che hanno la loro titolarità nei Comuni e Provincie o Provincie Metropolitane: sono questi enti locali, infatti, ad essere tenuti per obblighi normativi alla manutenzione straordinaria ed ordinaria degli edifici scolastici. Oggi l’Udir torna a chiedere con forza che questo nuovo governo, con le costituenti prossime commissioni parlamentari Lavoro e Cultura, possa riprendere quanto già da noi proposto al fine di creare una commissione tecnica permanente di monitoraggio con il compito di cambiare la norma, riequilibrando l’asset normativo attuale, purtroppo del tutto carente per le istituzioni scolastiche, le quali rappresentano delle atipicità e peculiarità che non possono essere equiparate a qualunque altra azienda del nostro territorio. Serve una governance vera, in grado di fornire i giusti input propulsivi, affinché possa partorire nell’immediatezza un nuovo titolo da aggiungere al Testo unico, a garanzia dell’incolumità dei lavoratori e dei nostri figli.

 

 

Si tratta di un passaggio ineludibile che, tuttavia, soprattutto negli istituti liceali, non sempre viene contemplato, poiché il concetto alunno-lavoratore non sembra essere stato ancora assimilato. Eppure, le norme parlano chiaro, ancora di più a seguito dell’approvazione dei commi 33-43 della Legge 107/2015 che hanno introdotto anche nel triennio finale dei licei un congruo numero di esperienze obbligatorie di alternanza scuola-lavoro. Alla luce di queste novità legislative, è bene quindi che tutti i capi d’istituto abbiano coscienza del fatto che la formazione obbligatoria rivolta ai lavoratori sulla sicurezza, già introdotta dall’art. 37 del decreto legislativo 81/08, è un aspetto cardine del sistema di prevenzione degli infortuni all’interno delle nostre scuole: pertanto, è fondamentale che ogni alunno riceva una formazione adeguata in materia di salute e sicurezza. In caso contrario, il preside inadempiente ne risponde in prima persona.

 

La formazione si concentrerà sui concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza. Una formazione specifica dovrà riguardare i rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione. Il dirigente scolastico dovrà somministrare negli istituti da lui diretti tre periodi di formazione minimi: quella ‘generale’ di 4 ore, sui concetti generali di base del sistema prevenzionistico della sicurezza sul lavoro; la ‘specifica’ di 8 ore, periodica e concentrata sui concetti di rischio che caratterizzano l’azienda in cui l’allievo andrà ad operare in occasione dei “momenti” lavorativi; la formazione ‘particolare aggiuntiva’, pari ad altre 8 ore. Pertanto, gli alunni impegnati in attività di alternanza scuola lavoro devono obbligatoriamente seguire una serie di passaggi formativi: un primo e secondo step, rispettivamente incentrati sull’informazione e sulla formazione generale, saranno curati dell’istituto scolastico; a seguire, altri tre step - formazione specifica, attività formativa del “preposto” e quelle di addestramento - saranno invece assegnati ad esperti esterni, ovvero a professionisti del mondo del lavoro.

 

Anche su questi temi, con l’obiettivo di offrire un percorso continuo di formazione e di crescita professionale, nel prossimo weekend Udir ha organizzato a Palermo una due giorni di confronti attraverso un convegno nazionale, che si terrà il 19 maggio presso l'Hotel San Paolo, e con un evento, il 20 maggio, sulla crescente violenza e sul bullismo nelle scuola, in programma nello stesso luogo. La partecipazione e il soggiorno sono gratuiti: inoltre, per i dirigenti scolastici è previsto un rimborso delle spese di viaggio.