A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente del sindacato Udir, dopo avere appreso della decisione della dirigente scolastica dell’istituto superiore romano, la dottoressa Carla Alfano, di rivolgere un appello agli studenti che da ieri stanno occupando l’edificio, per pregarli di desistere dalla loro protesta perché in caso contrario sarà “costretta a denunciarli” alla pubblica autorità.
Secondo il sindacalista non si possono additare gli studenti per colpe altrui, in questo caso della Provincia di Roma: è un diritto dei giovani in formazione ricordare a chi di competenza che la scuola dove studiano e si formano non è sicura. Udir lo ha detto a fine settembre a Montecitorio, dinanzi alle commissioni riunite Cultura e Lavoro, alla presenza di esperti sulla sicurezza scolastica, presentando anche degli emendamenti al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 il TITOLO XIII bis, specifico per la scuola, attraverso l’introduzione di nove articoli modificativi. Ogni preside, la mattina aprendo la scuola, tra amministrativo, civile e penale, ha 105 potenziali capi d’imputazione a cui rispondere: è responsabile dell’organizzazione scolastica, ma sul fronte delle mura dell’istituto e della sua manutenzione non ha alcune potere di spesa, né d’intervento. Però ne risponde in prima persona, tanto è vero che ci sono dei presidi in carcere per il crollo dei loro istituti.
“La preside del liceo Virgilio di Roma farebbe bene a denunciare i proprietari dell’immobile scolastico da lei diretto, piuttosto che gli studenti che stanno in questo modo cercando di porre all’attenzione pubblica i rischi derivanti dalla mancata sicurezza edilizia della loro scuola”: a dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, a seguito della decisione presa dalla dirigente scolastica dell’istituto superiore romano, la dottoressa Carla Alfano, di rivolgere un appello agli studenti che da ieri stanno occupando l’edificio, per pregarli di desistere dalla loro protesta perché in caso contrario sarà “costretta a denunciarli” alla pubblica autorità.
“Non si possono additare gli studenti per colpe altrui, in questo caso della Provincia di Roma: è un diritto dei giovani in formazione – continua Pacifico - ricordare a chi di competenza che la scuola dove studiano e si formano non è sicura. Proprio oggi, sulle pagine del quotidiano La Repubblica è stato pubblicato un focus dal quale risulta che il 43.6% delle scuole italiane, quindi quasi una su due, necessita di interventi di manutenzione urgenti. Inoltre, secondo Legambiente i fondi sono gestiti male. Per noi dell’Udir questi dati non sono una novità: sono molto vicini a quelli presentati a fine settembre a Montecitorio, dinanzi alle commissioni riunite Cultura e Lavoro, alla presenza di esperti sulla sicurezza scolastica e dell’ex giudice di Cassazione Raffaele Guariniello”.
In quell’occasione, la delegazione del giovane sindacato di dirigenti scolastici, rappresentata dallo stesso presidente nazionale e una rappresentanza di presidi provenienti da più regioni, ha aperto una breccia su una tematica impantanata da norme sbagliate e conservatorismi: è stata richiesta, quindi, la modifica della normativa vigente: nello specifico, il sindacato ha ufficialmente presentato degli emendamenti al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 il TITOLO XIII bis “Disposizioni in materia di Istituzioni scolastiche ed educative”, specifico per la scuola, attraverso l’introduzione di nove articoli modificativi e aggiuntivi dell’articolo 303.
“Davanti alle commissioni di competenza – ricorda Pacifico, che è anche presidente Anief – abbiamo ricordato che ogni preside che la mattina apre le scuole, tra amministrativo, civile e penale, ha 105 potenziali capi d’imputazione a cui rispondere. Per questo abbiamo chiesto di aggiungere un titolo tredicesimo bis al Testo Unico sulla sicurezza, laddove questo non ha mai affrontato il problema specifico della dirigenza scolastica e sull’effettiva consistenza del datore di lavoro. Perché è vero che il preside è responsabile dell’organizzazione scolastica, ma sul fronte delle mura dell’istituto e della sua manutenzione non ha alcune potere di spesa, né d’intervento. Però ne risponde in prima persona, tanto è vero che ci sono dei presidi in carcere per il crollo dei loro istituti”.
Ecco perché Udir, qualora gli emendamenti proposti non fossero accolti nella Legge di Stabilità di fine 2017, è pronta sin d’ora a ripresentarli alla prima occasione legislativa possibile. Di questa iniziativa Udir parlerà il prossimo 25 ottobre nel corso del Convegno Nazionale sulla responsabilità dei DS in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro che si terrà a palazzo Montecitorio, organizzato dalle sigle sindacali ANDIS e DISAL; prenderà parte al convegno anche una delegazione Udir con l'ingegnere Natale Saccone e il presidente nazionale Marcello Pacifico. Inoltre, il tema verrà ripreso anche nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni: a Salerno il 10 novembre (invia la scheda di adesione e scarica il modulo rimborso) e ad Agrigento il 17 novembre. Inoltre, sul sito è possibile aggiornarsi sulle nuove tappe del seminario. I dirigenti interessati a partecipare possono richiedere informazioni all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Tra gli altri temi che verranno affrontati nel corso dei seminari vi sono gli stipendi più bassi della PA, i crescenti carichi di lavoro, le responsabilità enormi, una proposta per evitare gli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla Legge 107/2015.
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- Pubblicato: 16 Ottobre 2017