L’iniziativa, quindi, è stata organizzata per dire basta al silenzio che circonda la professione di dirigenti scolastici, pagati come impiegati, con impegni da super manager, ma gravati di responsabilità pressanti. Sarà una forma di protesta civile ma significativa e ‘rumorosa’. I capi d’istituto vogliono far comprendere alle istituzioni e all’opinione pubblica che oggi le scuole e chi ne è a capo non sono minimamente tutelati: l’apice della contestazione culminerà domattina, quando una delegazione salirà al Miur per illustrare il malessere divenuto ormai insostenibile. Tra i problemi più sentiti c’è quello del vulnus stipendiale, contro il quale Udir ha attivato specifici ricorsi al TAR e al giudice del lavoro. Poi c’è la questione irrisolta, una priorità assoluta, della mancata sicurezza degli istituti scolastici, problematica per la quale proprio i dirigenti rispondono in prima persona, pure a livello penale, pur avendo un margine di azione vicino allo zero.

Marcello Pacifico (presidente Udir): I nostri dirigenti scolastici non vengono rispettati. Abbiamo già denunciato come, nonostante i 96 milioni stanziati dalla Legge di Bilancio a regime, chi svolge la professione in alcune regioni si ritroverà presto a guadagnare meno di quello che percepisce oggi. Per opporsi a questa assurdità abbiamo predisposto un ricorso gratuito al giudice del lavoro, per il recupero del Fondo Unico Nazionale, contro il taglio della retribuzione di posizione e di risultato dal 2011 al 2015, ma anche per il recupero erariale imputabile agli effetti dei Contratti integrativi regionali. Sulle responsabilità enormi che la scuola autonoma ha conferito ai nostri dirigenti vale la pena ricordare che lo Stato non ha più alcuna intenzione di fare sconti. Tanto è vero che non ammette più ritardi nel predisporre determinati documenti. Come il “Certificato di prevenzione incendi” aggiornato e la “Segnalazione certificata d’inizio attività” che diventano elementi imprescindibili nel condurre una scuola. Si chiede, in pratica, la massima efficienza, senza però garantire un corrispettivo equo per attuarla.

 

Ancora proteste da parte dei dirigenti scolastici: per la giornata di domani il sindacato Udir ha organizzato l’iniziativa “sarò in ferie!”, per far comprendere alle istituzioni e all’opinione pubblica che oggi le scuole e chi ne è a capo non sono tutelati. L’apice della contestazione culminerà domattina, quando una delegazione di capi d’istituto salirà al Ministero dell’Istruzione per illustrare il malessere insostenibile che riguarda tutti i lavoratori della scuola. Ma, in primis i Dirigenti Scolastici, i quali non possono essere più lasciati soli davanti a miriadi di responsabilità e leggi, compiti ed incarichi che vengono illogicamente loro addossati da uno Stato che sembra aver perso la bussola.

L’iniziativa, quindi, è stata organizzata per dire basta al silenzio che circonda la professione di dirigenti scolastici, pagati come impiegati, con impegni da super manager, ma gravati di responsabilità pressanti. Sarà una forma di protesta civile ma significativa e ‘rumorosa’.

I promotori della protesta spiegano i motivi maggiori dei disagi a cui sono esposti, costantemente: “Avete mai provato a sentirvi manager di una scuola in continua evoluzione, con migliaia di alunni e centinaia di persone impiegate, gestendo centinaia di migliaia di euro, indirizzi e sedi, la sicurezza di strutture senza avere certificazioni e manutenzione, gare di appalto e graduatorie, acquisti e offerta formativa, programmazioni e DURC, RAV, PDM e BES, e ritrovarsi a guadagnare quanto un quadro intermedio dell’istituto bancario sotto casa?”.

Udir sposa in toto la causa sia perché i motivi del malessere sono gli stessi contro cui ha inteso una vera e propria battaglia atta a difendere la categoria dei presidi, sia perché anche il giovane sindacato combatte l’inerzia di quei sindacati giustamente lasciati fuori da questa forma di contestazione spontanea; inoltre, sostiene che, assieme al vulnus stipendiale, contro il quale ha attivato specifici ricorsi al TAR e al giudice del lavoro, ha la priorità assoluta di sanare i problemi legati alla sicurezza degli istituti scolastici, problematica per la quale rispondono in prima persona, pure a livello penale, proprio i dirigenti scolastici, pur avendo un margine di azione vicino allo zero.

Infatti, com’è possibile pensare di far funzionare le nostre scuole se anche solo nella loro struttura non sono a norma? Ma soprattutto, com’è possibile approvare delle norme senza prima disporre i fondi per mettere a posto edifici che sono palesemente da anni non in linea con le norme attuali? Uno Stato giusto avrebbe prima fatto una ricognizione di tutti gli edifici in suo possesso, verificato la sua consistenza, calcolato i costi per la messa in sicurezza e poi avrebbe fatto una legge che assegnasse i fondi per rendere possibile tale messa in sicurezza.

Ma ciò non è tutto: infatti, sono state anche approvate le leggi sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, sul codice degli appalti, sulla privacy e trasparenza senza formazione e fondi. Sempre sulle spalle dei rappresentanti legali delle imprese o delle strutture in cui vengono svolte le attività: nel caso della scuola dei capi d’istituto.

“La verità è che i nostri dirigenti scolastici – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir – non vengono rispettati. Abbiamo già denunciato come, nonostante i 96 milioni stanziati dalla Legge di Bilancio a regime, chi svolge la professione in alcune regioni si ritroverà presto a guadagnare meno di quello che percepisce oggi. Per opporsi a questa assurdità abbiamo predisposto un ricorso gratuito al giudice del lavoro, per il recupero del Fondo Unico Nazionale, contro il taglio della retribuzione di posizione e di risultato dal 2011 al 2015, ma anche per il recupero erariale imputabile agli effetti dei Contratti integrativi regionali”.

“Sulle responsabilità enormi che la scuola autonoma ha conferito ai nostri dirigenti – afferma ancora il presidente Udir - vale la pena ricordare che lo Stato non ha più alcuna intenzione di fare sconti. Tanto è vero che non ammette più ritardi nel predisporre determinati documenti. Come il “Certificato di prevenzione incendi” aggiornato e la “Segnalazione certificata d’inizio attività” che diventano elementi imprescindibili nel condurre una scuola. Si chiede, in pratica, la massima efficienza, senza però garantire un corrispettivo equo per attuarla. Noi a questo ‘gioco’ non ci stiamo”.

“Ora però diciamo basta. Un paese moderno – conclude Pacifico - deve avere una scuola efficace, dirigenti e corpo docente che pensano a nuovi modelli didattici e non a pararsi la schiena perché manca il cartello verde di uscita o perché i genitori li aggrediscono sancendo il loro fallimento educativo. Domani tutti i dirigenti saranno in ferie per far capire che la scuola è un luogo di crescita e di confronto, non un parcheggio mal tenuto”.

Per offrire un percorso continuo di formazione e di crescita professionale, ma anche di consapevolezza come categoria, giorno 19 maggio 2018 UDIR ha organizzato a Palermo un altro importante evento formativo, nel corso del quale i dirigenti scolastici potranno trovare risposte concrete alle mille e una necessità che ogni giorno li attendono sulla porta della loro scuola. Udir invita pertanto gli interessati a partecipare al convegno nazionale in programma a Palermo il 19 maggio: i partecipanti dovranno consegnare al più presto la scheda di adesione.

 

 

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