Il maestro di Solofra è stato scarcerato; uno dei suoi avvocati ha affermato come mettendo insieme parole dette in momenti diversi il significato delle stesse cambia notevolmente e purtroppo è quello che è successo. Udir ritiene che la magistratura, nelle esecuzioni delle indagini, dovrebbe tenere maggiormente conto dell'opinione del DS; si ricorda inoltre che il fenomeno del burnout, di recente entrato a far parte dell’elenco dei disturbi medici, non è da sottovalutare. Il sindacato ha chiesto un commento al dottor Vittorio Lodolo D’Oria, massimo esperto in materia

 

È di queste ore la notizia della scarcerazione da parte del Tribunale del Riesame di Napoli del maestro di Solofra, accusato di violenza sessuale nei confronti un alunno dell’asilo in cui insegna religione; come spiega uno dei suoi avvocati, le indagini sono “in corso e noi non ne temiamo di ulteriori, ho visto quelle immagini decine e decine di volte ma non ho visto o ascoltato quello che dice il Pm o che scrive il Gip Fabrizio Ciccone, altro magistrato di grandissimo valore, nell’ordinanza. Se si mettono insieme parole dette in momenti diversi il significato delle stesse cambia notevolmente e purtroppo è quello che è successo. Parliamo di 400 ore di riprese mentre a nostra disposizione ci sono solo una ventina di minuti in cui si concentrano tutti gli episodi contestati. Quindi le parole decontestualizzate dal resto del girato: una cosa è dire ‘ti impicco’ come una minaccia, altra cosa è dirlo con un tono diverso”.

Udir, premessa la condanna di casi del genere accertati, ritiene che la magistratura, nelle esecuzioni delle indagini, dovrebbe tenere maggiormente conto dell'opinione del DS; inoltre si ricorda come certe azioni possano essere ricondotti al burnout, di recente entrato a far parte dell’elenco dei disturbi medici. Il sindacato ha chiesto il parere del dottor Vittorio Lodolo D’Oria, massimo esperto in materia, che ha espresso il suo parere anche attraverso la sua pagina personale Facebook.

Lodolo D’Oria ha affermato che "è giunta l’ora di smettere di affidare le indagini sui Presunti Maltrattamenti a Scuola (PMS) a inquirenti non addetti ai lavori, altrimenti i risultati sono quelli che abbiamo sotto gli occhi: coccole scambiate per molestie sessuali e contenimento di disabili per violenze. L'avvocato difensore del maestro di Solofra ha chiesto che i carabinieri del posto vengano sollevati dalle indagini. Ebbene, ciò deve avvenire non solo a Solofra ma ovunque nel Paese. Non sono possibili indagini effettuate da non addetti ai lavoro, che registrano con telecamere nascoste per centinaia di ore (pesca a strascico), operano decontestualizzazioni, selezioni (avverse), estrapolazioni delle videoclip, montano trailer surreali, nonché effettuano trascrizioni drammatizzate e fuorvianti degli atti. Inoltre solo lo 0,1% delle immagini videoregistrate viene proposto e visionato dai giudici, trascurando oltre il 99% dell'attività professionale che, non essendo contestato, è di conseguenza ineccepibile”.

“Inoltre – continua il dottor Lodolo D’Oria - dobbiamo poi renderci conto che il fenomeno dei PMS è solo ed esclusivamente italiano, non essendo registrato in nessun altra parte d'Europa: dunque è impossibile concludere che solo in Italia esistono maestre-streghe. Piuttosto si cominci a pensare che sono del tutto inappropriati i metodi d'indagine utilizzati che, così come sono concepiti, non lasciano scampo a nessun indagato”.

“Non dimentichiamoci mai che la scuola rappresenta il posto più sicuro per la piccola utenza: cominciamo subito col restituire la dignità all'intera categoria professionale delle maestre rigettando gli attuali metodi d'indagine, a fronte di un fenomeno surreale in continua crescita (nel 2018, 47 maestre indagate contro le 61 dei primi 6 mesi del 2019)", ha concluso l’esperto.

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