Marcello Pacifico (Udir): Auspichiamo che si ponga attenzione alle problematiche, considerato che i tempi potrebbero non essere brevissimi per il ritorno a scuola
Come si evince dal comunicato emanato dal Miur, 85 milioni sono stati stanziati dal governo per aiutare la scuola. Precisamente, 70 milioni saranno distribuiti alle scuole per aiutare gli studenti meno abbienti: tutti questi saranno dotati di dispositivi digitali, in comodato d’uso, per fruire della didattica a distanza. 5 milioni serviranno a formare il personale scolastico e i restanti 10 milioni serviranno per favorire l’utilizzo di piattaforme e-learning e dotarsi di strumenti digitali utili per continuare la didattica a distanza.
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha spiegato che è stato scelto un criterio che consentirà al Miur di raggiungere al meglio le zone e le famiglie con maggiore necessità. “Queste che distribuiamo sono risorse importanti per la scuola con cui oggi rispondiamo a un’emergenza, ma attraverso cui gettiamo anche le basi per il futuro. Tutto quello che stiamo facendo in questo momento rappresenta un patrimonio che ci resterà e consentirà alla comunità scolastica di crescere e migliorarsi ancora”.
I criteri per la distribuzione dei 70 milioni per la didattica a distanza sono due: il primo, è il numero totale degli alunni di un Istituto (per il 30% del totale dell’importo); il secondo, è l’indicatore Ocse Escs (indicatore dello status socio-economico-culturale dello studente) per il 70% del totale dell’importo.
Tutti i dirigenti scolastici potranno usufruire dei fondi non appena arriveranno nelle casse dei loro istituti. Peccato che, questa soluzione non risolva il problema. In primis perché il paese non è connesso, molti piccoli paesi non possono utilizzare una connessione internet decente, ed è un problema generale italiano, visto che negli anni abbiamo lasciato che la diffusione della connessione venisse fatta solo da società di mercato che pertanto avevano interesse a servire solo quelle zone con molta utenza. Poi non dimentichiamoci che siamo un paese ancora analogico, nonostante le bugie che ci siamo raccontati fino ad ora. Il digitale è ancora lontano e, infatti, siamo piombati nel caos proprio adesso che sarebbe servito. Sia per il ritardo con cui queste misure sono state varate e saranno effettive sia perché non tutti gli alunni in difficoltà saranno davvero aiutati.
Infatti, non è previsto alcun rimborso per famiglie che, nonostante comprovati disagi economico-sociali, hanno già comprato un computer o un tablet al figlio, o per famiglie poco abbienti che hanno dovuto ricorrere a ripetizioni on line, perché non sanno come seguire il figlio nelle nuove richieste della scuola digitale.
Inoltre, facciamo due conti: ogni scuola ha a disposizione circa 10 mila euro, e dunque potrà comprare giusto una settantina di tablet, essenziali, che tempo due anni saranno già superati, ma di certo resteranno fuori molti che comunque potrebbero averne avuto bisogno. Inoltre le scuole hanno mediamente 800 alunni, quindi il dato è ridicolo. Senza contare che, dati in comodato d’uso agli alunni, verranno restituiti da riparare e da resettare a ogni prestito. Con il nuovo provvedimento, inoltre, saranno ripartiti fra le scuole del primo ciclo, mille assistenti tecnici informatici previsti dal decreto “Cura Italia”. Perché, altra verifica sul campo, sono i docenti della materna e dell’infanzia i più spiazzati dalla didattica on line.
Infine, 43,5 milioni sono stati stanziati per fare pulizie straordinarie e acquistare gel e prodotti per l’igiene. Ci fa molto piacere tutta questa attenzione alla pulizia delle scuole. Va segnalato, altresì, che le regioni hanno finanziato l’acquisto di dispositivi per ordine di arrivo di richiesta e non per ordine di bisogni su territori deprivati; il fatto si commenta da solo.
Non si è poi ben capito il finanziamento per connettività: possono le scuole acquistare sim per darle in comodato d’uso? Esiste un rischio se sono intestate alla scuola per uso improprio delle sim, per omessa vigilanza delle famiglie (altro carico per famiglie e scuola)?
IL COMMENTO DEL SINDACATO UDIR
Auspichiamo che si ponga attenzione a queste problematiche, considerato che i tempi potrebbero non essere brevissimi per il ritorno a scuola; in ogni caso le criticità esistono, a prescindere dall’emergenza attuale.
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- Pubblicato: 04 Aprile 2020