I CPIA costituiscono una tipologia di istituzione scolastica autonoma dotata di un proprio organico e di uno specifico assetto didattico e organizzativo: hanno la medesima autonomia attribuita alle istituzioni scolastiche. In tempo di Coronavirus, sono emerse diverse criticità per queste istituzioni scolastiche. Udir chiede che, per dare a tutti la possibilità di usufruire dei presidi tecnologici, venga estesa loro la possibilità dei fondi PON/FESR

I CPIA (Centri Provinciali per l’istruzione per gli adulti) costituiscono una tipologia di Istituzione Scolastica autonoma dotata di un proprio organico e di uno specifico assetto didattico e organizzativo. I Centri hanno la medesima autonomia attribuita alle istituzioni scolastiche. In tempo di Coronavirus, sono emerse diverse criticità per queste istituzioni scolastiche: problematiche di natura logistica a causa delle sedi distribuite in territori molto vasti, con conseguente difficoltà di consegna dei presidi tecnologici a supporto degli alunni nelle loro sedi territoriali lontane dalla sede amministrativa o anche quella distaccata, per poter usufruire della didattica a distanza; difficoltà a reperire tutto il materiale tecnologico richiesto e a sostenere le spese di spostamento, per la tipologia di utenza che dispone di poca disponibilità economica.

IL PARERE DI UDIR

Udir afferma che “per dare a tutti la possibilità di usufruire dei presidi tecnologici, basterebbe estendere la possibilità dei fondi PON/FESR anche ai CPIA, per un ulteriore approvvigionamento dei dispositivi per tutti gli alunni sia all’interno dei territori che nelle case detentive, e possibilità di includere nei fondi anche pacchetti di servizi di consegna a domicilio e formazione digitale dei corsisti”.

Le carenze di attrezzature e di internet, unite a problematiche riguardanti la conoscenza della lingua italiana di molti studenti, non permettono una validazione del percorso; infatti, la realizzazione della DaD on line in modalità sincrona è possibile a condizione che gli studenti possano seguire ciascuno da casa propria e ciò non sempre è possibile per mancanza di risorse tecnologiche.

La didattica a Distanza invece viene erogata soprattutto on line in modalità asincrona facendo riferimento a diversi sistemi tecnologici per cercare di raggiungere il maggior numero possibile di studenti, caratterizzati da forte eterogeneità.

LE RICHIESTE DI UDIR          

Udir chiede “questi percorsi in Didattica a distanza, on line, ma in modalità asincrona e che vengano validati sulla base della partecipazione valutata dai docenti tenendo conto di riscontri oggettivi che comprendano sia attività sincrone che asincrone e che riguardino anche modalità di comunicazione e interazione semplice come whatsapp, messaggistica e videochiamate, specialmente all’interno delle sedi carcerarie. Sarebbe opportuno che, in presenza di emergenza, venga utilizzato, come criterio di valutazione la rilevazione delle competenze solo attraverso prove orali senza test scritti.

L’adozione della didattica a distanza presso le sedi carcerarie, a livello nazionale, riscontra comportamenti diversificati: alcuni autorizzano la DaD e anche internet, altre non autorizzano entrambi oppure accettano solo materiale cartaceo e infine altre ancora non forniscono nessuna risposta.

“Potrebbe essere istituita l’obbligatorietà della DaD all’interno delle sedi carcerarie da parte del Ministero della Pubblica Istruzione oppure consentire la possibilità di utilizzare internet, almeno nelle sedi in cui sono stati costituiti i poli didattici, mentre nelle altre sedi consentire la consegna di dispositivi con materiale didattico pre-caricato a cura dei docenti e/o degli educatori per il lavoro individuale e la produzione di elaborati che dovrebbero essere trasmessi ai docenti, oppure consentire, in tutte le sedi, la trasmissione di lezioni on line di cui gli studenti sarebbero solo fruitori, senza utilizzo di internet se non mediato dagli educatori per le eventuali interazioni tra docente e studente a distanza”.

Non dimentichiamo l’importanza, per il valore giuridico che rivestono, dei patti formativi, in quanto perfezionano l’inserimento dello studente nel gruppo di livello. È esclusa l’ipotesi di non poterli definire e debbono essere approvati dalla Commissione Plenaria, organo collegiale di raccordo tra il I e il II livello, con firma di tutti i suoi componenti.


“La commissione - sostiene Udir - potrebbe riunirsi, come per gli altri organi collegiali, in modalità on line sincrona, deliberare l’approvazione dei P.F.I. e degli eventuali crediti formativi delegando il Dirigente Scolastico del CPIA alla firma dei P.F.I in modo digitale, oppure consentire la firma della commissione utilizzando lo SPID, così come previsto dalle Linee Guida AGID emanate con Determinazione n. 157/2020 che prevedono la sottoscrizione elettronica di documenti ai sensi dell’art. 20 del CAD. Si potrebbe pensare, anche, alla creazione di una piattaforma ministeriale per le commissioni plenarie, oltre alla modifica della legge 263 del 29 ottobre 2012. È necessario pensare al futuro, predisponendo quanto necessario per mettere a punto metodologie, strumenti e procedure per una didattica a distanza efficace ai fini formativi.

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