Il sindacato afferma che, dall'inizio dell'emergenza Covid-19, si sono susseguite richieste di raccolta dati da parte del Ministero che appaiono ai dirigenti scolastici di competenza altrui. Udir: Sarebbe stato necessario organizzare la raccolta di queste informazioni comunicando con anticipo la tipologia di dati da ricercare e limitando la rilevazione ai dati di competenza scolastica. Si pongono due questioni: il trattamento dei dati sensibili e la responsabilità penale in caso di errori o dichiarazioni mendaci

Udir, sindacato dei dirigenti scolastici, segnala che, dall'inizio dell'emergenza Covid-19, ci sono state costanti richieste di raccolta dati da parte del Ministero: dapprima sugli spazi, poi sulla necessità di arredi, poi su sopravvenute ulteriori esigenze di locali, con misurazione di banchi, sedie, aule fino all'avvio di questo anno scolastico caratterizzato da numerose incombenze. Ogni scuola ha quindi provveduto a suddividere gli ingressi, calcolando i flussi di entrata e le distanze all'interno della classe.

Nell’ultimo mese, ogni lunedì è stato richiesto di rilevare con grande attenzione la situazione della settimana precedente: tra i dati richiesti, il numero di alunni e di classi in didattica a distanza o in presenza. Dirigenti, segreterie e referenti Covid si trovano nelle condizioni di dover reperire con fatica e urgenza una serie di dati che, anche in considerazione dei tempi strettissimi richiesti dal Ministero, spesso implicano la necessità di lavorare nei fine settimana, in cui ormai il diritto alla disconnessione non c’è.

Si segnala che viene richiesto di inserire informazioni che appaiono ai dirigenti scolastici di competenza dell'ASL, come la tipologia di rientro in classe con o senza tampone, la durata dell’isolamento o quarantena e dati numerici di varie casistiche.

IL PARERE DEL SINDACATO

Secondo Udir, per facilitare il lavoro della scuola, sarebbe stato necessario organizzare la raccolta di queste informazioni comunicando con anticipo la tipologia di dati da ricercare e limitando la rilevazione ai dati di competenza scolastica. Si pongono infine due questioni: il trattamento dei dati sensibili, raccolti non da documentazione ufficiale ma da autodichiarazione spontanea da parte delle persone; la responsabilità penale in caso di errori o dichiarazioni mendaci, come da DPR 445/2000, dal momento che sono riportati dati autocertificati da terzi.

Visiona il testo inviato alla V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati

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