Il sindacato dei dirigenti scolastici UDIR, in riferimento al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la Pubblica Amministrazione e delle maggiori sigle sindacali, formula le elaborazioni e proposte di seguito riportate

Il sindacato assume come strategico il punto di vista del Presidente del Consiglio Draghi che nel suo discorso al Senato ha riconosciuto che “nell’emergenza l’azione amministrativa, a livello centrale e nelle strutture locali e periferiche, ha dimostrato capacità di resilienza e di adattamento grazie a un impegno diffuso nel lavoro a distanza e a un uso intelligente delle tecnologie a sua disposizione. La fragilità del sistema delle pubbliche amministrazioni e dei servizi di interesse collettivo è, tuttavia, una realtà che deve essere rapidamente affrontata".

Il discorso dell'alta figura istituzionale sembra riguardare più che altre attività pubbliche proprio la scuola che con notevole sorpresa degli stessi attori del processo educativo, nell'attuale stato di emergenza, ha dimostrato capacità di resilienza e di adattamento grazie a un impegno diffuso nel lavoro a distanza e a un uso intelligente delle tecnologie a sua disposizione. È sotto gli occhi di tutti infatti la grande flessibilità e capacità di adattamento e resilienza, in condizioni che sono mutate con una rapidità frastornante, che ha caratterizzato l'azione di capillare presenza educante e formativa messa in campo dalla scuola italiana in tutti i suoi ordini e dislocazioni territoriali. La scuola italiana infatti si era preparata per tempo per questo inaspettato e non programmato esperimento formativo, probabilmente il più grande che la storia conosca, avendo proprio i Dirigenti Scolastici nell'ultimo ventennio dotato le scuole di hardware e della conseguente ricaduta formativa su alunni, personale docente e ATA. Il trascorso anno, segnato dalla pandemia, ha reso più solida la dotazione di strumentazione informatica nelle scuola e la capacità di corretta utilizzazione da parte di tutti gli attori del processo formativo. Una prima conclusione è che non si può arretrare rispetto a queste dinamiche, in gran parte acquisite, perciò da consolidare e ampliare.

In relazione al reperimento delle indicazioni guida e dell'individuazione delle risorse si riparte dal documento citato ad apertura di questa nota, nel punto in cui dice che: l’Italia del 2021 affronta la triplice emergenza sanitaria, economica e sociale indicata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la consapevolezza di non poter perdere l’opportunità straordinaria del Next Generation EU e di dover perseguire, insieme alla modernizzazione del Paese, l’obiettivo cruciale della coesione sociale.

Obiettivi questi che potranno camminare sulla notevole possibilità di spesa data dal Recovery Plan e che non possono essere privati da una decisa valorizzazione professionale del lavoro pubblico, la qual cosa per quanto attiene il deprecabile scarso investimento e attenzione dato al difficile ruolo e professione dei Presidi, nei decenni appena trascorsi, sarebbe un deciso cambio di rotta, un'auspicabile novità che potrebbe segnare la fine di una lenta agonia e di un chiaro attacco strumentale alla categoria e l'innesco di un circolo virtuoso. Perché, lo diciamo con amarezza, il nostro amore per la scuola, l'alto livello di dedizione e di efficienza dimostrata nell'ordinario, come in questa attuale evenienza pandemica, è stato corrisposto con chiari atti di ostilità e di slealtà da parte di Governi, Ministeri e parte maggioritaria del panorama sindacale.

Il documento firmato tra gli altri proprio dal Presidente del Consiglio Draghi dichiara intenti positivi quando dice che il Ministero della Pubblica Amministrazione intende avviare una nuova stagione di relazioni sindacali che punti sul confronto con le organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori e a centrare obiettivi ambiziosi. In questa ottica, i rinnovi contrattuali sono un investimento politico e sociale che favorisce il rilancio dei consumi e un clima di fiducia e di stabilità, precondizioni essenziali per qualsiasi percorso di innovazione e riforma.

La riforma dell’ordinamento professionale non potrà così non dare una risposta compiuta e seria all'istanza, annosa oramai, formulata dai Presidi di UDIR di una piena perequazione normativa ed economica dei Dirigenti Scolastici con tutte le altre dirigenze di tutte le Amministrazioni dello Stato. Naturalmente non si tratta di una proposta di livellamento al ribasso, bensì al contrario di un giusto e legittimo posizionamento al livello più alto. Ciò anche in considerazione della complessità del ruolo e delle grandi responsabilità amministrative, penali e patrimoniali che dirigere le scuole comporta. Quanto detto troverebbe peraltro una conferma nello stesso documento, citato in apertura di questo scritto, quando afferma che i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021, salvaguarderanno l’elemento perequativo della retribuzione già previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio 2016-2018, il quale confluirà nella retribuzione fondamentale cessando di essere corrisposto quale elemento distinto della retribuzione, nonché attueranno la revisione dei sistemi di classificazione di cui al punto 3, attraverso lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022.

Il ruolo della scuola, quale agenzia formativa permanente, aperta a fasce di lavoratori del settore pubblico e privato, sulla base anche della grande esperienza dell'utilizzo i strumenti informatici nella didattica, è certamente esportabile in altri, amplissimi settori della vita sociale e professionale. A suggerirlo è lo stesso Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale nel dire che viene comunemente assunto l'impegno a definire, previo confronto, politiche formative di ampio respiro in grado di rispondere alle mutate esigenze delle Amministrazioni Pubbliche, garantendo percorsi formativi specifici a tutto il personale con particolare riferimento al miglioramento delle competenze informatiche e digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. In questo le scuole e i loro Dirigenti saprebbero mettere a disposizione di tutti la loro esperienza, la loro capacità e l'esperienza di carattere formativo ed educativo.

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