Secondo la bozza di testo presentata al senato, nel prossimo Milleproroghe è previsto un rinvio delle norme per l’adeguamento antincendio dei locali ad uso scolastico ed equiparati. È giusto di ricordare che le prime scadenze previste per l’adeguamento degli istituti risale al 1992; da allora la differenziazione delle scadenze previste tra locali ad uso educativo, ricettivo e didattico, che ha prodotto non pochi problemi agli istituti nei cui locali si svolgevano più attività, sia le perenni esiguità di bilancio, hanno fatto sì che i termini per il citato adeguamento slittasse di periodo in periodo fino all’attuale proposta del 31 dicembre 2024.

Ora, se da un lato la proposta di uniformare le scadenze per i diversi tipi uso dei locali sia da considerare positiva, dall’altro l’indicazione “senza ulteriori o maggiori oneri a carico dell’amministrazione” appare quantomeno inadatta al periodo con la più alta inflazione dagli anni ’80.

 

Secondo Gian Mauro Nonnis, esperto sulla sicurezza, “un conto è indire una gara di appalto con i prezzi del 2022, un conto è indirne una coi prezzi del 2023, in molti settori produttivi e di servizi i rincari annuali hanno di gran lunga superato il 10% mettendo fuori mercato parte degli acquirenti con contrazione del mercato e delle disponibilità. Basti pensare quanto le recenti politiche di adeguamento energetico unitamente alla carenza di materie prime abbiano influito sulla reperibilità sia di ditte ed aziende del settore edilizio, sia di materiali per l’edilizia necessari anche per gli adeguamenti antincendio”.

 

Secondo Natale Saccone, esperto sulla sicurezza, “l’ennesima proroga mette a repentaglio tutti gli edifici che ancora sono privi di ex CPI (certificato di prevenzione incendi) oggi SCIA (segnalazione certificata di inizio attività artt. 4 e 5 DPR 151/11). Bisogna dare una sferzata finale affinché gli amministratori locali proprietari degli immobili non si cullino di ulteriori rinvii e proroghe. Infine è bene precisare una volta per tutte, che la SCIA antincendio non è a firma del Dirigente Scolastico, il quale ricopre il ruolo di titolare dell’attività per la gestione e l’organizzazione delle attività scolastiche, ma deve essere a firma del proprietario dell’immobile il quale è lui il vero titolare dell’attività.

 

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, “dal 1992 ad oggi le amministrazioni che si sono succedute hanno ritenuto i vincoli di bilancio più importanti della sicurezza degli istituti, per una seria politica sulla sicurezza degli edifici scolastici occorre stanziare 10 miliardi oggi, ma se si attende il 2024 con questo tasso di inflazione i miliardi dovranno essere perlomeno 11”.