C’è un autentico macigno: le risorse non bastano! Servirebbero circa 90 milioni di euro lordo stato, ma in totale sono 72 milioni: ne mancano circa 18. L’unica soluzione è attingere dal FUN 2017/2018 e 2018/2019: le somme andrebbero stornate ed utilizzate per la retribuzione di posizione/quota fissa. Così facendo, ci sarà una riduzione drastica della retribuzione di posizione/quota variabile e della retribuzione di risultato rispetto a quelle oggi vigenti. Nel frattempo entreranno in servizio i vincitori del concorso attualmente in svolgimento: i dirigenti scolastici aumenteranno e la torta andrà divisa tra una platea più ampia rispetto a quella odierna. I sindacati degli ex presidi stanno facendo un’operazione d’immagine, ma la “sostanza” appare posizionata più in basso dell’apparenza. La questione, in definitiva, è: i sindacati hanno intenzione di chiedere al Miur e all’ARN la restituzione dei tagli illegittimi operati negli ultimi anni, almeno a partire dal 1 gennaio 2018?
Il contratto dei DS, come abbiamo già detto, risulta immobile da dieci anni, nonostante avrebbero dovuto ottenere una parziale equiparazione della retribuzione di posizione alle altre ex aree confluite nella stessa area dell'Istruzione e Ricerca. Ma c’è dell’altro: adesso pare che non ci siano i fondi previsti dalla legge per garantire questo obiettivo minimo. Punto focale della riunione all’Aran, avuta luogo qualche giorno fa, è stato il tema delle risorse per gli incrementi stipendiali e l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa a quella dei dirigenti del comparto ‘Istruzione e Ricerca’. Il problema riguarda le risorse stanziate nell’ultima legge di Bilancio che, se sufficienti per il 2018, non bastano per il 2019 per la equiparazione: è difficile, infatti, inquadrare nel periodo della validità del contatto le somme della finanziaria 2018 per il triennio 2018-2020, visto che quelle previste per il 2019 non bastano al mantenimento della perequazione possibile per il 2018.
Infatti, purtroppo si comprende chiaramente che si sta andando verso la chiusura: l’ultimo ‘ostacolo’ pare che sia il Miur, che deve autorizzare l’utilizzo di parte delle risorse del FUN 2017/2018 per raggiungere l’obiettivo della perequazione sulla retribuzione di posizione/quota fissa entro il 2018. La prima problematica riguarda il fatto che le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio vanno dal 2018 al 2020, cioè oltre la vigenza contrattuale; è di facile risoluzione, visto che bisogna stabilire che i fondi verranno versati nel FUN man mano che si renderanno disponibili.
Ma il vero problema è la mancanza di risorse che risultano insufficienti. Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, sottolinea che “servirebbero circa 90 milioni di euro lordo stato e che l’unica soluzione sarebbe attingere dal FUN 2017/2018 e 2018/2019; le somme andrebbero stornate ed utilizzate per la retribuzione di posizione/quota fissa. Così facendo, ci sarà una riduzione drastica della retribuzione di posizione/quota variabile e della retribuzione di risultato rispetto a quelle oggi vigenti”.
Ma la situazione prenderà una piega ancora più negativa quando entreranno in servizio anche i DS che risulteranno vincitori del concorso in atto: bisognerà dividere le stesse risorse per più persone. “E i sindacati, che intendono fare? Purtroppo sembrano più interessati a operazioni di facciata piuttosto che alla vera problematica dei dirigenti scolastici, sopraffatti da responsabilità immani e poi ripagati non in maniera adeguata”.
Udir si è ampiamente occupato della problematica: ha inviato alla V e VII Commissione di Palazzo Madama quattro proposte di modifica dell’articolo 53 del disegno di legge n. 2960, tra cui la perequazione interna ed esterna stipendiale rispetto ai colleghi della medesima area. Lotta affinché la parità di trattamento tra dirigenti scolastici e i dirigenti dell'area Miur debba avvenire fin da questo contratto. Per tali motivi, invita i soci a rivolgersi al giudice e rilancia il proprio ricorso.
PER APPROFONDIMENTI:
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- Categoria: Radice
- Pubblicato: 18 Settembre 2018