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Leggendo la relazione tecnica all’emendamento ad hoc, ora al vaglio delle Commissioni del Senato all’interno del testo della Legge di Stabilità 2018 giunto a Palazzo Madama, l’impressione è che anche stavolta la montagna abbia partorito il topolino. Chi stabilisce l'autonomia dei ragazzi? I genitori? Se per caso succede qualcosa al giovane chi interviene, nuovamente il giudice? Per non parlare della possibilità di generare ancora più confusione, con parte della classe autorizzata a uscire da sola e parte no.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e Udir, quello che veramente serve è approvare una norma che intervenga a supporto dei regolamenti di istituto: quindi, esortiamo la Ministra e il Partito Democratico ad elaborare un provvedimento più efficace del testo presentato, oltre a trovare maggiori risorse per le scuole.

 

La misura è contenuta nella Legge di Bilancio, il cui esame è iniziato oggi al Senato. Nel testo viene modificato l’articolo 64, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, estendendo le disposizioni ivi previste anche ai mesi da gennaio a giugno 2018 dell’anno scolastico 2017/2018 e a tutto l’anno scolastico 2018/2019. La spesa complessiva sarà pari a 192 milioni di euro per il 2018 e 96 milioni di euro per il 2019.

 

Replica del giovane sindacato: perché questi fondi non sono stati ricondotti agli adeguamenti utili a mettere a norma quel 60% delle scuole oggi attive costruito prima del 1976, anno di entrata in vigore delle norme antisismiche, approvate a seguito del terremoto del Friuli? Eppure, nei giorni scorsi, Legambiente e la stessa associazione Udir hanno ricordato che il 43,8% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgenti ed appena il 12,3% collocato in area sismica risulta progettato o adeguato alle tecniche moderne di costruzione antisismica.

Marcello Pacifico (Udir): Troppi dei 42mila plessi scolastici italiani risultano ancora non adeguati alle norme vigenti sulla sicurezza, privi delle relative certificazioni, e si tratta di mancanze che diventano gravissime laddove quelle scuole sono collocate in aree a rischio sismico. I nostri studenti e il personale tutto che opera nelle scuole meritano di essere accolti in strutture non esposti a rischi, di alcun genere: magari, nemmeno troppo belli, ma sicuramente sicuri.

I temi verranno ripresi nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni: a Salerno il 10 novembre, Modena e Pisa. Inoltre, sul sito è possibile aggiornarsi sulle nuove tappe del seminario. I dirigenti interessati a partecipare possono chiedere informazioni all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

I ricorsi, promossi dal sindacato Udir presso i Giudici del Lavoro, stanno dando i loro frutti con il riconoscimento del diritto dei capi d’istituto vincitori degli ultimi due concorsi ordinari ad ottenere la cosiddetta “Perequazione Interna” dello stipendio, ossia il riconoscimento dell’anzianità maturata nella precedente carriera da docente (RIA, Retribuzione Individuale di Anzianità): tutti i DS hanno il diritto a percepire questa “voce” stipendiale invece negata ai vincitori delle ultime procedure selettive che si sono visti negare, ai fini della retribuzione, le esperienze di lavoro svolte nel precedente profilo professionale. I giudici assegnano anche più di 40mila euro di risarcimento a preside. Per tutti questi motivi, Udir rilancia specifici ricorsi al Giudice del Lavoro: se ne parlerà anche nel prossimo convegno di Salerno del 10 novembre.

Marcello Pacifico (Udir): I vincitori dei concorsi ordinari non godono di alcun riconoscimento dell’anzianità pregressa, al contrario di quanto avviene per gli altri dirigenti che hanno visto riconosciuta l’anzianità maturata nella precedente carriera e risultano inquadrati nella medesima quinta area di contrattazione e titolari della retribuzione individuale di anzianità oppure dell’assegno ad personam, ossia di quota parte della retribuzione corrispondente all’anzianità di servizio maturata prima dell’acquisizione della qualifica dirigenziale. È palese la disparità di trattamento giuridico ed economico posta in essere in aperta violazione dell’articolo 3 della Costituzione e dei principi di imparzialità e buon andamento nei pubblici uffici, laddove la medesima categoria professionale appartenente alla stessa Area V MIUR riceve, anche a parità di anzianità di servizio, trattamento economico differenziato.

Basta con la superficialità con cui il Miur affronta le problematiche serie della scuola: Udir si ribella! La Ministra cerchi di capire in che paese vive, perché in questo i genitori non possono andare a prendere i loro figli come vent’anni fa.

Marcello Pacifico (Udir-Anief): “La responsabilità dei giovani, una volta usciti dal perimetro scolastico, non può essere additata ancora agli insegnanti, al personale Ata o al dirigente scolastico. Va bene rassicurare le famiglie, ma è un modo di procedere che non condividiamo: significa implicitamente accostare alla scuola e a chi vi opera le eventuali manchevolezze del patto di corresponsabilità stipulato con i genitori”.

 

Lo stanziamento nella Legge di Bilancio 2018 è di 31,7 milioni di euro per il 2018 e di 95,12 a decorrere dal 2019: sembra che comporterà un aumento stipendiale per i dirigenti di 11.899,74 euro lordi. Ovvero corrispondente a 3.500 euro in più all’anno. Si tratta di una cifra largamente inferiore a quella che sarebbe servita per attuare una vera equiparazione con gli stipendi degli altri dirigenti pubblici, perché il gap rispetto agli altri dirigenti pubblici dell’istruzione e della ricerca è superiora agli 11mila euro.

La stessa Legge di Stabilità, inoltre, prevede lo stanziamento effettivo in busta paga solo con un anno di effetto retroattivo: in pratica, si vuole incrementare la retribuzione di posizione parte fissa, che ha effetti diretti pure sull’assegno previdenziale, solo dal 2018. Secondo il sindacato Udir, tuttavia, la retroattività del provvedimento di soli dodici mesi non basta: poiché lo stipendio rientra nell’attuale contratto collettivo nazionale di categoria, occorre procedere all’incremento stipendiale già dal 2016.

Marcello Pacifico (Anief-Udir): Ancora una volta, si sta cercando di danneggiare i dirigenti scolastici, con operazioni solo di facciata. È evidente che noi a questo gioco non ci stiamo. Al momento la retribuzione di posizione, parte fissa, dei dirigenti scolastici ammonta a 3.556 euro. Mentre per i dirigenti della stessa area della Conoscenza supera gli 11mila euro. Quindi, indipendentemente dalla parte variabile, i presidi prenderanno 8mila euro in meno, pur appartenendo allo stesso ambito. Per questo, siamo pronti a presentare ricorso che è solo il primo passo per raggiungere la perequazione esterna. La quale si basa sui fondi destinati a restituire una maggiore parte variabile, quella legata ai risultati. Nel triennio attuale non c’è quindi alcuna perequazione da attuare rispetto agli altri dirigenti della stessa area.