Il giovane sindacato si sofferma sul consenso unanime della decisione presa dal Presidente della Repubblica di cancellare l’interdizione dai pubblici uffici a Livio Bearzi, l’ex preside del Convitto dell’Aquila condannato dalla Cassazione anche a 4 anni di carcere, a seguito del terremoto del 2009 che fece crollare l’edificio pubblico da lui diretto provocando la morte di tre studenti. Proprio su questi temi, Udir ha realizzato uno studio sui 42.407 edifici scolastici censiti e sul loro obbligo delle dichiarazioni sulla classificazione del rischio sismico, che si aggiunge alla proposta di modifica sul Testo unico sulla sicurezza e le responsabilità dei presidi, presentata qualche settimana fa attraverso un’Audizione svolta a Montecitorio alla presenza delle commissioni riunite Cultura e Lavoro.
Marcello Pacifico (Udir): Quando il Capo dello Stato concede la grazia significa che l’imputato sta male o che la sua condanna è ingiusta. E Bearzi non ha problemi di salute. Ora, più che mai, è necessario cambiare il Testo unico sulla sicurezza: a questo scopo abbiamo predisposto, per le forze politiche, un emendamento alla Legge di Stabilità che esonera in modo automatico la responsabilità della dirigenza scolastica, ma anche dei lavoratori, docenti e Ata responsabili della sicurezza (gli Rls e Rsp d'istituto), a seguito della loro denuncia agli organi competenti sul rischio e sugli interventi necessari. Questi cittadini, dipendenti pubblici senza margini operativi né di spesa, non possono pagare in persona per l'inerzia dell'amministrazione proprietaria dell'immobile scolastico.
Di questi argomenti si parlerà nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni; tappe venture:Salerno, Potenza, Perugia e Pisa.
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L’atto di indirizzo del disegno di legge n. 2960, ora all’esame delle Commissioni del Senato, rivela le intenzioni del Governo: i 3,3 milioni di dipendenti pubblici possono dire addio alla somma di 85 euro, già di per sé largamente insufficiente, su cui s’era trovato l’accordo un anno fa a Palazzo Vidoni. Anief diffida le altre organizzazioni sindacali rappresentative a firmare un contratto che non dà seguito all’intesa del 30 novembre 2016. In arrivo aumenti mensili di 14 euro in media per gli arretrati 2016 e 2017, poi solo 66 euro dal 2018. Mentre dell’ultimo quadrimestre 2015, cui aveva fatto riferimento pure la Consulta, si sono perse le tracce.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): A queste condizioni è meglio non sottoscrivere alcun contratto. Il solo adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale al 50 per cento del costo dell’inflazione registrata e programmata, da rivendicare in tribunale, porterebbe invece incrementi di 120 euro. Siamo giunti ad un paradosso: se non si firma il contratto al lavoratore spettano 80 euro e dal 2015, ma se si firma gliene toccano 31 e dal 2016. Ecco perché a questo stato delle cose è decisamente meglio non sottoscrivere alcun contratto.
Scarica il modello di diffida per ancorare almeno lo stipendio al 50% della spinta inflattiva, come previsto dall’articolo 36 della Costituzione per interrompere la prescrizione in attesa della sentenza della Consulta. Parallelamente, anche Udir ha predisposto, per i dirigenti scolastici, il ricorso per lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale.
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Udir ha verificato che le tanto strombazzate risorse aggiuntive previste dalla Legge di Stabilità portano realmente ad un aumento intorno ai 400 euro netti mensili. Peccato che, a fronte di tale aumento della retribuzione fissa, sia anche prevista una forte diminuzione della retribuzione variabile ed accessoria. Ciò per effetto da una parte dei tagli del Fondo unico nazionale degli ultimi anni, dall’altra parte per l’aumento numerico di dirigenti scolastici in servizio che verranno assunti – con ogni probabilità dal 2019 – a seguito del prossimo concorso: dovendo dividere la stessa somma per più capi d’istituto, la “fetta” che spetterà ad ognuno è destinata infatti a rimpicciolirsi.
Conteggi alla mano, nel 2015, in base all’Atto di Indirizzo, i dirigenti di Università e Ricerca guadagnavano 96.216,56 euro l’anno, a fronte dei 57.893,28 euro dei Dirigenti Scolastici: la sperequazione è quindi pari a 38.323,28 euro annui, ovvero 2.947,94 al mese.
Marcello Pacifico (Udir): Per parlare di vera equiparazione agli altri dirigenti pubblici della medesima area servirebbero ben altri finanziamenti. Non ci sembra proprio il caso di fare salti di gioia. Inoltre, i soldi della Legge di Stabilità arriveranno a tappe, con intervalli di tempo molto lunghi: a partire dal 2018 per arrivare al 2021. In pratica, i Dirigenti Scolastici faranno due contratti in uno. La domanda che poniamo pubblicamente, anche agli altri sindacati, è: vale la pena giocarsi il contratto 2019/2022 per 160 euro al mese?
Per tutti questi motivi, Udir rilancia specifici ricorsi al Giudice del Lavoro: se ne parlerà anche nel prossimo convegno di Salerno del 10 novembre e in quelli che seguiranno in altre province.
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All’interno dei 120 articoli del disegno di legge n. 2960, ora all’esame delle Commissioni di competenza del Senato, al fine di redigere entro l’8 novembre i pareri a quella di Bilancio, non si trovano infatti provvedimenti che abbiano efficacia migliorativa della riforma Renzi-Giannini, né dei decreti legislativi a seguire: rimangono, quindi, in vita tutte le storture prodotte dalla Legge 107/2015, ad iniziare dalla chiamata diretta, passando per il bonus merito fino alle assunzioni fuori regione tramite algoritmo. Capitolo personale: dopo quasi dieci anni di blocco stipendiale, sommando i vari finanziamenti, arriveranno la miseria di 31 euro di aumento in media nel triennio 2016-2018, ovvero la medesima cifra che verrà conferita ad oltre tre milioni di statali. Anche per i dirigenti scolastici gli aumenti non sono poi così corposi: perché, dopo la rabbia espressa nei passati mesi, ora ottengono un assegno di 5mila euro dal 2018, che tuttavia è ben lontano da quello che serviva solo per cominciare a parlare di equiparazione all’altra dirigenza della stessa area della Conoscenza.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): Dal testo presentato risultano confermate le nostre denunce. Il Governo ha solo una possibilità: reperire in fretta i soldi a lungo promessi ai lavoratori pubblici e della scuola nei passati mesi, proprio per tornare a valorizzare nei fatti quel personale a cui oggi vengono assegnati degli stipendi a dir poco inadeguati al lavoro profuso e al costo della vita. L’esecutivo deve andare oltre gli 85 euro lordi, con diversi dipendenti pubblici destinati a prendere ancora meno visto che manca l’intera copertura e si tratta di una media generale. Occorrono soldi, sia per sbloccare l'indennità di vacanza contrattuale dei dipendenti, pari a 105 euro al mese da settembre 2015 (il doppio per i dirigenti), sia per muovere un passo vero verso la perequazione interna ed esterna di tutti coloro che sono responsabili degli istituti scolastici. A questi compensi vanno aggiunte delle cifre analoghe relative all’effettivo aumento. In caso contrario, i ricorsi nei tribunali diventeranno la norma, con l’amministrazione condannata a risarcimenti sempre più consistenti e che già oggi sono di decine di migliaia di euro, come riferito di recente dalla Corte dei Conti.
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Leggendo la relazione tecnica all’emendamento ad hoc, ora al vaglio delle Commissioni del Senato all’interno del testo della Legge di Stabilità 2018 giunto a Palazzo Madama, l’impressione è che anche stavolta la montagna abbia partorito il topolino. Chi stabilisce l'autonomia dei ragazzi? I genitori? Se per caso succede qualcosa al giovane chi interviene, nuovamente il giudice? Per non parlare della possibilità di generare ancora più confusione, con parte della classe autorizzata a uscire da sola e parte no.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e Udir, quello che veramente serve è approvare una norma che intervenga a supporto dei regolamenti di istituto: quindi, esortiamo la Ministra e il Partito Democratico ad elaborare un provvedimento più efficace del testo presentato, oltre a trovare maggiori risorse per le scuole.
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