Il nuovo contratto dei dirigenti dell’Area Istruzione e Ricerca determinerà, quando sarà firmato (al momento siamo ancora lontani, considerato che quello di cui sopra è il primo incontro), un aumento stipendiale per i presidi alla luce delle risorse stanziate in legge di Bilancio: 37 milioni di euro per il 2018, 41 mln di euro per il 2019 e 96 a regime dal 2020. Il sindacato Udir, che continua la sua scalata di consensi tra la categoria, avendo raggiunto in un solo anno di vita il 3,5% della rappresentatività, chiede agli altri sindacati di arrivare al tavolo della trattativa avendo in mente un concetto ben chiaro: rifiutarsi di barattare gli aumenti miseri, già assegnati nel comparto e lontani dall'inflazione (+0,36 rispetto a +8,1 di inflazione tra il 2008 e il 2016), la perequazione interna (RIA) ed esterna dei dirigenti delle scuole autonome. Scorrendo i dati Aran sui dirigenti pubblici, pubblicati in queste ore, sulla base delle risultanze provenienti dal Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, tenendo conto delle retribuzioni medie pro-capite di comparto, distinte in retribuzione fissa e retribuzione accessoria, si scopre infatti che gli ex presidi rispetto agli ex dirigenti di AFAM, Università e Ricerca ora confluiti nella stessa area, infatti, percepiscono in meno cifre davvero corpose.
Marcello Pacifico (Udir): Alla fine, si apre la stagione contrattuale nella nuova area della dirigenza dell'istruzione e della ricerca, con stipendi complessivi che addirittura risultano essere quasi la metà tra un dirigente scolastico e uno della ricerca. È chiaramente una situazione che non può essere più sostenibile e che non è stata sanata neanche dalla Legge 205/17, che soltanto dal 2020 a regime, equipara tra le due parti la sola relativa alla retribuzione di posizione di parte fissa, la quale corrisponde comunque a poco più di 8mila euro a fronte dei 22 mila di differenza e degli altri 46mila già attribuiti. Senza parlare del mancato riconoscimento dell'anzianità retributiva maturata nel ruolo da docenti dai dirigenti scolastici assunti dopo il 2001 che potrebbe essere coperta dai fondi stanziati dalla Legge 107/15.
Udir ricorda che sono attivi i ricorsi per Fun, Ria e Perequazione esterna.
Per offrire un percorso continuo di formazione e di crescita professionale, ma anche di consapevolezza sulla categoria, per il giorno 19 maggio 2018 UDIR ha organizzato a Palermo un importante evento formativo, nel corso del quale i dirigenti scolastici potranno trovare risposte concrete alle mille e una necessità che ogni giorno li attendono sulla porta della loro scuola. Udir invita gli interessati a partecipare al convegno nazionale in programma a Palermo il 19 maggio:i partecipanti sono invitati a consegnare al più presto lascheda di adesione.
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Il giovane sindacato ottiene dal giudice monocratico l’ammissione di dieci capi d’istituto in servizio presso istituti comprensivi a svolgere il ruolo di presidente di commissione. Superando, in questo modo, la discriminazione attuata, senza ragioni, dall’amministrazione scolastica, secondo la quale tali presidi non avrebbero potuto accedere alla presidenza. La decisione del Tribunale regionale, tra l’altro, giunge nell’ultimo giorno utile da parte degli Uffici scolastici provinciali per la compilazione degli stessi raggruppamenti di docenti e presidenti da assegnare ai prossimi Esami di Stato al via nella terza decade del prossimo mese di giugno. La decisione del Tar arriva a seguito della richiesta di annullamento della Circolare 4537/18 e della Nota ministeriale 6078/18: preso atto del vulnus, sono stati quindi contestati dai legali Gorgo, Niro e Russo la violazione del ruolo unico della dirigenza istituito dal 2008, l’obbligo di presiedere esclusivamente gli esami della propria scuola (d.lgs. 62/17) senza poter nominare il proprio sostituto.
Marcello Pacifico (presidente Udir) ripercorre la vicenda: Dietro la protesta di Udir, seguita da altre sigle sindacali, con una nota 6078 del 6 aprile scorso, mentre era in corso la valutazione delle domande già pervenute, si permetteva, attraverso una nuova domanda cartacea, la loro partecipazione. Introducendo, però, diverse costrizioni e limitazioni. Come la condizione di essere abilitati alle scuole superiori, di terminare gli esami del primo ciclo prima dell’inizio dei nuovi e di nominare quali sostituti dei docenti già in passato presidenti di commissioni del secondo ciclo. Tutte le restrizioni sono state censurate dai legali del nostro sindacato, considerando anche che dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria, visto che i dirigenti scolastici possono essere nominati prescindendo dal grado scolastico di appartenenza. Dopo avere esaminato il ricorso, a pensarla così ora sono anche i giudici.
Di discriminazioni e delle tante problematiche che affliggono la categoria dei dirigenti scolastici si parlerà il prossimo 19 maggio nel corso dell’incontro nazionale a Palermo, dove Udir inaugurerà il calendario dei nuovi incontri di formazione nazionali. Il giorno dopo, il 20 maggio si affronteranno i temi della violenza nelle scuole: interverranno diversi esperti tra cui il medico Vittorio Lodolo d’Oria, esperto in stress da lavoro correlato, alla presenza di rappresentati di docenti, alunni e genitori.
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(ANSA) - ROMA, 23 APR - Una giornata di discussione sugli atti di violenza a danno degli operatori della scuola, alla presenza di esperti, rappresentanti dei lavoratori, delle famiglie, dei discenti nonché dei dirigenti delle scuole. La organizzano, in una data ancora in via di definizione, i sindacati Udir e Anief. L'iniziativa, sostenuta dalle due sigle sindacali, intende porre una seria riflessione nell'opinione pubblica sulla violenza che sta colpendo tutto il mondo della scuola. "La recente escalation di vere e proprie aggressioni e intimidazioni contro i lavoratori della scuola - scrivono i due sindacati - mostra tragicamente quale considerazione le forze politiche e governative abbiano riservato a chi per professione si prende cura delle nuove generazioni. Il discredito sociale in cui sono cadute tutte le professioni della scuola è il segno più evidente della crisi morale della società italiana che può solo ripartire dal recupero e dalla rivalutazione della funzione centrale di tutti coloro che si occupano dell'educazione dei giovani. Per queste ragioni si intende richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica attraverso una giornata di mobilitazione nazionale". (ANSA).
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