Dopo che Udir ha organizzato diversi seminari sulla sicurezza, anche il Parlamento si accorge della seria problematica. Udir condivide la protesta dei dirigenti scolastici; a questo proposito ricorda che anche sulla sicurezza nelle scuole ha organizzato un convegno a Palermo già programmato per il 16 e il 17 settembre 2017. Si intitolerà ‘Il cammino della Dirigenza tra: sicurezza, rendicontazione, contrattazione e legislazione’.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir): Bene l’interesse a distinguere le responsabilità del proprietario dell’immobile e del Dirigente Scolastico che ne ha la responsabilità gestionale ma non il potere di spesa. Finalmente, dopo le denunce alla stampa nazionale, viene accolta la proposta del nuovo giovane sindacato dei dirigenti scolastici di modificare il d.lgs. 81/08. Nei prossimi giorni presenteremo una precisa proposta emendativa ai testi (3830, 3963) all’esame della VII Commissione della Camera dei Deputati.
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L’anno 2009 rappresenta una svolta in tal senso in quanto vengono sperimentati vari istituti a tutela di questa particolare classe di lavoratori, in ordine ai collaboratori coordinati continuativi (una tantum co.co.pro., seguita poi dalla DIS-COLL).
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Stenta a decollare la riforma delle pensioni in ordine all’Ape volontaria; il decreto attuativo ha ricevuto il parere positivo del Consiglio di Stato, ma i tempi per l’avvio potrebbero essere ancora lunghi.
Marcello Pacifico (Anief): Presso gli sportelli del giovane sindacato è possibile, tramite i referenti Cedan, conoscere le ultime novità sul panorama fiscale e previdenziale, per poter affrontare un’eventuale scelta con consapevolezza.
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Non bastano 85 euro, recuperare inflazione indicizzata al 7%
ROMA, 30 LUG - Sugli "aumenti miseria" del rinnovo del contratto della scuola, i sindacati Anief e Udir chiedono di ascoltare il personale. Per mercoledì, infatti, l'Aran ha convocato il governo e i rappresentanti dei lavoratori per l'avvio della negoziazione, sui temi generali, in previsione dell'imminente accordo sull'Atto di indirizzo preliminare. "Sono diverse - spiega una nota - le problematiche irrisolte: il cumulo degli aumenti con il bonus 80 euro in modo che uno non escluda l'altro; la scarsità degli incrementi medi lordi, solo 85 euro, da mettere sulla parte fondamentale della retribuzione, a cui si aggiunge il salario accessorio che sarà distribuito per merito. Tra le questioni trasversali ai comparti ci sono, oltre alle risorse, i capitoli relativi a orari e ferie, nonché la revisione dei permessi e delle assenze per malattia". Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal-Confedir), "prima di firmare un contratto del genere, ascoltiamo la 'base' con un referendum. Perché dai nostri calcoli servono 2.400 euro di aumenti annui per i docenti e 6 mila per i dirigenti. I nodi da sciogliere, tuttavia, non sono solo economici. Riguardano, a esempio, la perdurante discriminazione del personale precario rispetto a quello di ruolo. E perché per i neo assunti è stato introdotta, con i sindacati rappresentativi d'accordo, l'assurda abolizione del primo scatto stipendiale? E come mai non è stata ancora introdotta la figura del vicario del dirigente scolastico? È giunto poi il momento di ripristinare le 4mila dirigenze scolastiche tagliate negli ultimi dieci anni. Lo stesso vale per il taglio di 50mila Ata e la mancata assunzione di Ata. Tra il personale non docente, inoltre, grida vendetta il trattamento riservato ai Dsga: che fine ha fatto il loro concorso, più volte annunciato dal Miur, come quello dei presidi e dei Coordinatori di segreteria. Inoltre, non si può gestire un Ata come si faceva 20 anni fa, quando le loro competenze erano decisamente diverse. Come bisogna prevedere organici differenziati per il Sud e le zone disagiate. Per questi motivi diffidiamo i sindacati a non svendere la categoria per pochi denari e arretrando sui loro diritti, come la malattia, i permessi e l'orario di lavoro: rappresenterebbe un errore storico, che il personale, mai come stavolta, si legherebbe al dito". Il sindacato ha già fatto sapere, al tavolo di contrattazione sull'Atto di indirizzo, che "il minimo che il Governo possa proporre è il recupero dell'inflazione indicizzata pari al 7%, come previsto dalla Consulta. A cui si aggiunge la stessa cifra per l'aumento effettivo. Ma siccome sinora non ci sono i presupposti, ha così deciso di presentare ricorso per il recupero totale degli arretrati". (ANSA).
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