A seguito delle ultime informative del Comitato tecnico scientifico e dell’incontro tenuto nella serata tra la ministra Lucia Azzolina, il commissario straordinario Domenico Arcuri e le organizzazioni rappresentative dei dd.ss., il giovane sindacato dei dirigenti scolastici annuncia che se non interverrà una norma in Parlamento il ricorso allo stop alle attività sarà inevitabile. In alcuni istituti mancheranno infatti i banchi fino a novembre, in altri le nuove aule per tutto l'anno, oltre che il personale necessario. Cosicché non si potrà appieno rispettare le norme sul distanziamento interpersonale previsto dal protocollo sulla sicurezza del 6 agosto. Non bastano le rassicurazioni del CTS. In presenza di contagio, in questa condizione il capo d’istituto sarebbe il primo responsabile penale e civile, inquisito d'ufficio
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L’avvio del nuovo anno scolastico 2020/2021 è oramai alle porte e molti sono gli interrogativi che non hanno ancora una risposta certa, diversi sono gli incontri che si susseguono in questi giorni e nonostante ciò molte scuole non hanno a disposizione spazi sufficienti per ripartire in sicurezza con la didattica in presenza
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“A mio avviso dovrà esserci uno sgravio di responsabilità per il personale scolastico, non può esserci responsabilità del singolo”: con queste parole, il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che è anche medico, sembra replicare positivamente all’appello pubblico lanciato poche ore prima dal sindacato Udir sull’esigenza di definire le responsabilità dei dirigenti scolastici sul ritorno in classe in presenza. Udir ribadisce, pertanto, la richiesta di rimettere mano al Testo unico sulla sicurezza sulla responsabilità dei presidi, introducendo uno “scudo” ad hoc per tutelare i capi d’istituto: stiamo parlando di datori di lavoro sempre più atipici, privati di poteri di spesa sulla prevenzione e sulle misure legate alla salute del personale scolastico e studentesco, ma direttamente responsabili, addirittura penalmente, in presenza di malattie cagionate nell’ambiente di lavoro scolastico. E siccome con il ritorno a scuola, questa situazione potrebbe venirsi a creare con un’alta frequenza, è bene agire subito a livello normativo.
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A due settimane dal nuovo anno scolastico e poco meno di un mese dall’inizio delle lezioni rimangono diverse difficoltà da superare per la riapertura delle scuole: una delle più importanti riguarda le delimitazioni delle responsabilità in capo ai presidi, che con le lezioni in presenza da attuare in fase di emergenza epidemiologica potrebbero andare a determinare grossi problemi. “I dirigenti scolastici di tutta Italia iscritti a Udir - ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente Udir, nel corso di una intervista a Italia Stampa - chiedono alla ministra dell’Istruzione un intervento urgente, affinché si chiarisca una volta per tutte quali siano le loro responsabilità, nel momento in cui il Protocollo di sicurezza non potrebbe essere rispettato per salvaguardare il distanziamento fisico”.
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I Presidi di Udir chiedono un intervento normativo che chiarisca come il rischio di diffusione da contagio Covid-19 alla riapertura delle scuole per personale e studenti non sia imputabile penalmente al loro operato. Il giovane sindacato ha attivato un servizio di consulenza ad hoc per ridurre al minimo le responsabilità imputabili al DS. Pacifico (Udir): già a fine agosto inizierò a visitare le scuole per capire se le richieste di personale e aule in più oltre che di banchi agli UUSSRR è stato soddisfatto. Si deve intervenire già nel corso di conversione del DL 104/20.
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