Comunicati ed Interviste

Più di mille dirigenti di istituto in difficoltà. Si sono ritrovati a dover rendere, anche a rate, le somme ricevute per errore

ROMA. Ci sono mille presidi in Italia che devono restituire, o già stanno restituendo, pezzi del loro stipendio. La cifra di 8.592 euro (lordi) è stata chiesta indietro a una dirigente scolastica di Cosenza, 10.790 (sempre lordi) al collega di Catanzaro. La restituzione al lordo, di fronte a uno stipendio pagato al netto anni prima, incide per un 40 per cento. Sono soldi da versare in più: “Uno scippo”, scrive il sindacato Udir. E l’ammontare della richiesta in Veneto è arrivata a quota 12.000 euro, a Vicenza e Padova segnatamente.

Alcuni dirigenti scolastici hanno trovato la lettera della Ragioneria dello Stato in cassetta: “Paga tutto insieme o vuole rateizzare?”. Ci sono trenta giorni per decidere. Altri si sono trovati la trattenuta direttamente in busta paga. Diverse persone avvisate sono ex presidi, oggi in pensione. Il Veneto, con i suoi 608 plessi scolastici, e la Calabria, con 378, sono le regioni dove la richiesta delle ragionerie territoriali è partita prima e a tappeto, ma né il ministero delle Finanze né quello dell’Istruzione escludono che via via altre realtà regionali possano essere coinvolte nella restituzione.

Le ragioni della vicenda affondano nel rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici del 2011. Meglio, nei ritardi dell’applicazione del rinnovo del contratto integrativo regionale. In diverse regioni – perché, sì, le buste paga dei presidi italiani sono differenziate a livello territoriale – i nuovi contratti sono stati fatti al ribasso (ritoccando all’ingiù le voci di “risultato” e “posizione”). Eppure, la burocrazia ministeriale dal 2012 al 2015 ha continuato a versare i vecchi stipendi. Quando i funzionari degli uffici scolastici regionali, la Calabria e il Veneto nell’ordine, se ne sono accorti, prima hanno ritoccato a perdere le buste paga e poi hanno chiesto ai pubblici funzionari gli arretrati. L’Associazione nazionale presidi ora minaccia ricorso, l’Udir – costola dei dirigenti scolastici del sindacato Anief – ha già preparato il suo modello.

L’applicazione della Legge Tremonti tra il 2012 e il 2016 ha tagliato ai presidi italiani 35 milioni di euro. Uno stipendio che ancora in tempi recenti arrivava a tremila euro il mese, oggi viaggia sui 2.400: le ultime contrattazioni, infatti, non riconoscono più l’anzianità accumulata nel periodo in cui il dirigente scolastico è stato docente. Spesso, tra l’altro, il preside sottopagato ha diverse reggenze in atto, scuole sotto la sua giurisdizione oltre a quella dove è stato nominato.

Grazie alle contrattazioni regionali, può accadere che “in Calabria si tolgano diecimila

euro nell’arco di un anno mentre in Basilicata si registri un aumento di diecimila euro per lo stesso periodo”, spiega Pietro Perziani, preside in pensione che presta la sua esperienza al sindacato Udir. La restituzione peserà anche sul calcolo della pensione e della buonuscita.

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Agli stipendi ridotti all’osso, i carichi di lavoro maggiorati della riforma Renzi-Giannini, la pratica sempre più abituale delle reggenze in cambio di ridicole ‘mance’, nelle ultime ore le cronache ci raccontano di vere e proprie aggressioni fisiche verso i capi d’istituto. Come quella che ha subìto il direttore dell'istituto comprensivo 'Salvatore Casella', a Pedara, nel catanese, che è stato colpito nel suo ufficio da due uomini a viso scoperto con pugni, schiaffi e calci, con tanto di intimidazione perché se ne vada dalla scuola.

 

 

Il sindacato Udir denuncia l’assoluta latitanza dello Stato nei confronti di chi ha l’onere di rappresentarlo nel territorio, esprimendo solidarietà al collega Fernando Rizza, per l’ennesima volta vigliaccamente intimidito durante l'esercizio delle sue funzioni. Anche di questo fatto e dalla sua gravità parleranno i dirigenti in servizio e in quiescenza al Convegno su ‘Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni’, in programma al Plaza Hotel, Catania, 14 marzo prossimo. Per informazioni consultare il sito internet www.udir.it

 

 

Marcello Pacifico (Confedir): c’è ormai il clima negativo, culturale e politico, di un Paese che si ostina, contro ogni evidenza, a dipingere i dirigenti scolastici come nemici del Collegio docenti o del personale Ata, come potenziali corrotti e corruttori che si approfitterebbero dell'autonomia scolastica per perseguire interessi personali. Anche per colpa della politica sindacale rappresentativa, che ha aumentato il contenzioso nelle scuole senza tutelare a livello retributivo il già maggior carico di lavoro dovuto al dimensionamento.

 

Seminario DS Udir: Cosenza, domenica 5 marzo presso Italiana hotel - Via Panebianco, 452  dalle ore 8.30 alle 18.00.

Si parlerà dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma Renzi-Gianni, sempre però in cambio di buste paga a dir poco esigue.

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Scarica la locandina e la scheda di adesione del prossimo incontro Udir che si svolgerà a Catania il 14 Marzo

Dopo il grande successo di Palermo, partono i nuovi seminari, sempre organizzati dal sindacato UDIR e da EUROSOFIA, su competenze e problematiche connesse all’attività dei capi d’istituto. Si parlerà dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma Renzi-Gianni, sempre però in cambio di buste paga a dir poco esigue.

Il programma dei prossimi seminari: a Cosenza domenica 5 marzo presso Italiana hotel; a Catania martedì 14 marzo nell’hotel Plaza; a Roma sabato 18 marzo all’hotel H10; a Torino mercoledì 22 marzo c/o Starhotels Majestic; a Napoli martedì 4 aprile c/o Ramada Naples; a Milano mercoledì 5 aprile c/o Novotel Milano Linate aeroporto; a Lecce sabato 6 maggio c/o Hilton Garden inn. Saranno presenti, tra i relatori, l'esperto in relazioni sindacali Pietro Perziani, sulla sicurezza Natale Saccone‎, il segretario organizzativo Confedir Marcello Pacifico, gli avvocati della rete legale dell'Anief, i dirigenti in servizio delle rispettive regioni. La partecipazione è gratuita e riconosciuta dal Miur. Per informazioni si può contattare il 331.7713481. Per una consulenza gratuita, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per aderire ai ricorsi su RIA, FUN, CIR consultare il sito internet www.udir.it

Marcello Pacifico (Confedir-Anief): registriamo una sempre più alta insofferenza tra i presidi: il maggior numero di compiti, scadenze e impellenze di varia natura hanno trasformato la loro professione in un impegno da 18 ore al giorno. Il tutto, si svolge in cambio di buste paga a dir poco basse, soprattutto se rapportate al grado di responsabilità richiesto e alla mole di lavoro svolta.

Così come aveva preannunciato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, durante l’incontro con le organizzazioni sindacali del 19 gennaio scorso, il MIUR ha pubblicato la nota esplicativa n. 2, relativa alle “Linee guida per l’attuazione della Direttiva 36/2016 sulla valutazione dei Dirigenti scolastici”, dal titolo “Il Portfolio del Dirigente scolastico e gli strumenti di valutazione”.

Detta nota, prot. n. 1340 8-02-2017, è pubblicata a firma del Direttore generale Carmela Palumbo sul Portale del Sistema Nazionale di Valutazione del MIUR all’indirizzo.

Il modello del Portfolio costituisce un elemento importante per la realizzazione del Sistema Nazionale di Valutazione disegnato dal Regolamento n. 80 del 2013 e dalle indicazioni che sono seguite, in particolare, per quello che lo stesso Regolamento all’art. 6, comma 4, definisce “il procedimento di valutazione” della dirigenza scolastica.

“Nell’ottica di garantire efficacia ed efficienza, è necessario ripartire dal SNV, che costituisce uno strumento di forte impatto, se inquadrato in una visione di valutazione formativa per il miglioramento delle scuole e per la crescita professionale di Dirigenti e docenti”. Così si è espresso il Ministro Fedeli nel corso dell’Audizione di giovedì 26 gennaio 2017 sulle linee programmatiche del Dicastero, affermando che “a partire dall’anno 2014, prima con l’avvio del sistema di valutazione delle scuole, poi con la partenza della valutazione dei Dirigenti scolastici, importanti passi avanti sono stati fatti; bisogna ora rafforzare non solo i modelli e gli strumenti, ma sviluppare e approfondire il processo di condivisione che già è ampiamente avviato per la valutazione delle istituzioni scolastiche”.

Il Portfolio quale strumento a supporto dell’autovalutazione e della valutazione – come si precisa nella nota ministeriale n. 2 – “è uno strumento di orientamento, analisi e riflessione sui compiti e sulle competenze richieste al Dirigente scolastico per l’esercizio della specificità delle proprie funzioni, nonché uno strumento di supporto per lo sviluppo professionale e la raccolta di documenti significativi, con particolare attenzione all’autovalutazione e alla valutazione. Inoltre, il Dirigente scolastico può utilizzare questo strumento come parte integrante di un processo di “miglioramento organizzativo e gestionale delle istituzioni scolastiche” nelle aree “direttamente riconducibili al Dirigente scolastico, ai fini della valutazione dei risultati della sua azione dirigenziale” (comma 4, articolo 6, del DPR n. 80/2013).

Il Portfolio si compone di quattro parti: le prime tre sono di competenza del Dirigente scolastico, mentre una, la quarta, è di competenza del Nucleo di valutazione e del Direttore dell’USR.

La prima parte, “Anagrafe professionale”, è obbligatoria e pubblica; la seconda, “Autovalutazione e bilancio delle competenze”, è facoltativa e riservata; la terza, dal titolo ”Obiettivi e azioni professionali”, è obbligatoria e pubblica; la quarta parte, infine, risulta obbligatoria e riservata ed è consultabile dal Nucleo, dal Direttore dell’USR e dal Dirigente scolastico.

L’opera delicata e complessa, di ciascun Dirigente, ma imprescindibile per il buon funzionamento del servizio scolastico nel territorio, adesso può efficacemente avvalersi di uno “specchio”: uno strumento di riflessione, analisi e rendicontazione che presenta aspetti di particolare interesse e rilevanza, come le parti seconda e terza.