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Dividendo 1,6 miliardi di euro in arrivo per tutti i lavoratori del pubblico impiego, si raggiungono incrementi in busta paga attorno ai 40 euro lordi che sommati a quelli già stanziati con le precedenti manovre non arrivano agli 85 euro stabiliti a Palazzo Vidoni il 30 novembre 2016. Se si aggiunge che solo qualche giorno fa la Ministra ha detto che gli aumenti non saranno a pioggia, ma si dovrà decidere il modo di distribuirli, ad esempio in base alla meritocrazia, questo significa che a una parte di dipendenti pubblici è destinato di percepire 20-30 euro netti. Parlare in queste condizioni di valorizzazione di coloro che agiscono professionalmente in nome dello Stato italiano è un’operazione che ha un solo scopo: recuperare i consensi persi dal Governo Renzi, lasciando i lavoratori pubblici in una condizione stipendiale indegna.

Marcello Pacifico (Anief-Udir-Cisal): Presto i dipendenti pubblici e della scuola scopriranno che l’incremento a loro riservato non coprirà nemmeno il costo della vita, la quale negli ultimi anni ha superato le loro buste paga di quasi 15 punti percentuali: a quel punto, smascherata l’operazione di facciata del rinnovo contrattuale, questi lavoratori si renderanno conto che neanche dopo due lustri di blocco contrattuale potranno contare su uno stipendio almeno competitivo con l’inflazione.

Anief inviata docenti e Ata della scuola ad inviare una specifica diffida in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci nuovamente sullo sblocco dell’indice dell’IVC. Il contratto può non essere firmato in attesa che il Governo trovi i soldi, ma l’articolo 36 della Costituzione impone un adeguamento parziale degli stipendi all’aumento dell’inflazione programmata e reale. Per pre-aderire al ricorso, basta andare sul seguente link.

 

A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente del sindacato Udir, dopo avere appreso della decisione della dirigente scolastica dell’istituto superiore romano, la dottoressa Carla Alfano, di rivolgere un appello agli studenti che da ieri stanno occupando l’edificio, per pregarli di desistere dalla loro protesta perché in caso contrario sarà “costretta a denunciarli” alla pubblica autorità.

Secondo il sindacalista non si possono additare gli studenti per colpe altrui, in questo caso della Provincia di Roma: è un diritto dei giovani in formazione ricordare a chi di competenza che la scuola dove studiano e si formano non è sicura. Udir lo ha detto a fine settembre a Montecitorio, dinanzi alle commissioni riunite Cultura e Lavoro, alla presenza di esperti sulla sicurezza scolastica, presentando anche degli emendamenti al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 il TITOLO XIII bis, specifico per la scuola, attraverso l’introduzione di nove articoli modificativi. Ogni preside, la mattina aprendo la scuola, tra amministrativo, civile e penale, ha 105 potenziali capi d’imputazione a cui rispondere: è responsabile dell’organizzazione scolastica, ma sul fronte delle mura dell’istituto e della sua manutenzione non ha alcune potere di spesa, né d’intervento. Però ne risponde in prima persona, tanto è vero che ci sono dei presidi in carcere per il crollo dei loro istituti.

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Al contrario di quanto sostiene il Governo, sembra, infatti, che sia stata disposta l’ennesima “mancia” dal Parlamento in assenza di risorse certe (25mila euro) per garantire la perequazione interna (RIA) alla maggioranza dei dirigenti scolastici in servizio assunti dopo il 2001 e la perequazione esterna rispetto al resto della dirigenza pubblica.

Marcello Pacifico (Anief-Udir): “A queste condizioni, appare incredibile leggere comunicati trionfalistici di organizzazioni sindacali che ancora dall’estate del 2010 non hanno onorato insieme al governo quanto dichiarato nell’ultimo contratto firmato. La realtà è quella di una categoria in subbuglio, perché da anni, anzi da decenni, si sente presa in giro dai governi di turno e chi la doveva tutelare non è stato in grado di farlo. È emblematica la lettera aperta inviata qualche giorno fa alla Ministra Valeria Fedeli, sottoscritta da 2mila dirigenti scolastici, ovvero quasi il 30% di quelli in servizio, nella quale si chiede per l’ennesima volta la piena perequazione economica tra la loro retribuzione e quella dei dirigenti della seconda fascia della pubblica amministrazione.

È per questo motivo che Udir ha citato il Miur in giudizio davanti al Tribunale amministrativo, rivendicando la mancata trasmissione del decreto direttoriale richiesto di individuazione delle risorse per il FUN 2017 per il raggiungimento della perequazione esterna con le altre aree della dirigenza. E ci siamo pure costituiti presso la Corte suprema per ottenere la perequazione e l’assegno individuale d’anzianità non destinati ai dirigenti scolastici assunti dopo il 2001. Parallelamente, abbiamo anche predisposto il ricorso per lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale.

 

Udir e il suo presidente nazionale Marcello Pacifico continuano a girare le scuole italiane: venerdì 10 novembre avrà luogo il seminario Le tre R della Dirigenza: Rischi, Responsabilità e Retribuzione a Salerno, presso IISS S. Caterina da Siena – Amendola, via Lazzarelli, 12, dalle ore 09.00 alle 13.00. Concluso il seminario, sarà possibile sottoporre ai nostri esperti e legali i cedolini per controllare la legittimità delle trattenute operate dal Tesoro a seguito del taglio del Fun e del Cir firmato.

Marcello Pacifico (Confedir-Udir): I dirigenti scolastici sono sempre più soffocati da incarichi e responsabilità, in cambio di compensi dimezzati rispetto ai colleghi del pubblico e privato. Il sindacato è al fianco dei DS e tale rimarrà: i nostri seminari vogliono essere la traccia ultima della nostra vicinanza alla loro causa.

Secondo gli Uffici Studi della giovane doppia organizzazione sindacale, i 3 miliardi di euro scarsi complessivi di tre Leggi di Bilancio, comprendente anche la prossima, non coprono nemmeno un decimo dell’effettivo finanziamento utile a soddisfare i soli stipendi pubblici bloccati da quasi un decennio. Inoltre, la Ministra dell’Istruzione sembra volere chiedere genericamente maggiori risorse finanziarie, fermarsi a 6mila posti in più rispetto al turnover dei pensionamenti del personale ATA e cancellare i vincoli sulle supplenze “brevi” introdotte con la Legge 190/2014.

Marcello Pacifico (Anief-Udir): Si tratterebbe di modifiche importanti, perché darebbero un po’ di respiro alle scuole, dove il personale Ata opera in modo sempre più affannato proprio per via dei tagli agli organici, delle norme strozza-supplenze e del mancato turn over degli ultimi anni. Ma sono solo l’antipasto di un piatto di provvedimenti ben più consistenti. Nella scuola a reclamare l’aumento maggiore nella categoria sono i docenti, per i quali solo per coprire il 15% di inflazione occorrono 1.300 euro per ognuno dei tre anni di nuovo contratto. Soltanto per adeguare gli stipendi di tutti i 100mila dirigenti pubblici all’inflazione cresciuta in questi anni ci vorrebbero 1,4 miliardi. Per i dirigenti scolastici, recuperando la RIA per gli assunti dal 2001/2002, il ripristino delle risorse tagliate al Fondo unico nazionale dal 2011-12, i ricorsi per il recupero del TFR/TFS, per la trattenuta Enam e lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale, è possibile pensar di ridurre il gap stipendiale rispetto agli altri. Poi, c’è la perequazione: non può essere inferiore ai 22mila euro lordi a preside.

Tutti i dipendenti docenti e Ata possono inviare una diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% dell’inflazione. La questione è stata trattata e discussa pure da Udir, che si batte per i diritti dei dirigenti scolastici, per il comparto dirigenziale. Anche in questo caso è stato predisposto uno specifico ricorso.

 

L’ultima dichiarazione è del sottosegretario Miur, on. De Filippo, ma è dal CCNL 2008-2009 che Governo e Organizzazioni Sindacali s’impegnano a non discriminare il 75% dei Dirigenti Scolastici in servizio, il 7% della dirigenza pubblica. Nel frattempo, in assenza delle risorse in legge di stabilità, ogni ex preside può rivendicare 7.251,62€ di arretrati per mancato adeguamento dell’IVC dal settembre 2015 (101,57€ al mese dal 2018). Invia la diffida Udir per interrompere la prescrizione. Per firmare un contratto equo, ci vogliono ulteriori 203,14€ mensili.