Dall'inizio dell'anno scolastico al 3 ottobre sono stati 2.348 gli studenti risultati positivi al Covid, 402 i professori, 144 gli operatori ata e il personale non docente. I numeri li ha forniti lo stesso ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina. "I casi di positività al virus ci sono e ci saranno, è inevitabile - ha detto la titolare del ministero di viale Trastevere - ma le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente, compresi i casi asintomatici che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo". I contagi aumentano e con loro l'ansia e la preoccupazione di genitori, docenti, presidi. Solo una minoranza, però, auspica un ritorno alla didattica a distanza: la presenza, la socialità, il rapporto umano, sono considerati da tutti troppo importanti per la crescita di bambini e ragazzi. Un richiamo, quello alla necessità di mantenere aperte le scuole - oltre alle fabbriche e agli uffici - che implica una maggiore responsabilità dei singoli, come ha sottolineato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, oggi a colloquio al Quirinale con la presidente greca Katerina Sakellaropoulou. Fino al 26 settembre scorso erano quasi 2.000 in tutto i contagiati nella scuola, tra docenti, studenti e bidelli: i numeri sono purtroppo in rapido aumento, dal nord al sud d'Italia. "Le situazioni di difficoltà delle scuole sono in crescita sensibile. Sono giornate piene di richieste preoccupate da parte del personale, delle famiglie in una confusione di messaggi contraddittori che aumentano i sospetti", dice Pino Turi che guida la Uil Scuola e che chiede al ministero dell'Istruzione di fornire, con una periodicità fissa, i numeri del monitoraggio che è stato attivato nelle scuole per fornire dati in tempo reale. I dirigenti scolastici, con l'aumento dei casi e degli istituti coinvolti, sono anche preoccupati che eventuali responsabilità ricadano su di loro. Lo scudo penale che avevano chiesto e che era stato previsto da un emendamento, non è mai stato introdotto. Il sindacato Udir minaccia lo sciopero: "I contagi tra i giovani stanno salendo e la situazione all'interno degli Istituti rischia di diventare ingestibile. Il Governo deve intervenire con una norma chiara nella prossima legge di bilancio entro fine mese", dice Marcello Pacifico, presidente del sindacato
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(ANSA) - ROMA, 09 OTT - "A tre settimane dall'inizio dell'anno scolastico, con i contagi in crescita in tutto il paese giunti ai record di aprile che non lasciano indenni le scuole le preoccupazioni dei dirigenti scolastici si trasformano in denuncia aperta, insieme allo sconforto di dover instancabilmente lottare, a dispetto di banchi, aule, test sierologici che mancano, tra mille difficoltà per garantire il distanziamento, assenza di test rapidi per cercare di tenere aperte le scuole tutelando la sicurezza di personale e alunni". Lo scrive il sindacato dei dirigenti scolastici Udir. "I contagi tra i giovani stanno salendo e la situazione all'interno degli Istituti rischia di diventare ingestibile. Il Governo deve intervenire con una norma chiara nella prossima legge di bilancio entro fine mese", dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Udir. Infatti, "chi si occupa - continua il sindacalista autonomo - della tutela del lavoro svolto con tanto spirito di abnegazione dai dirigenti scolastici, della loro difesa di fronte a denunce penali circa l'impossibilità di rispettare incolpevolmente alla lettera le indicazioni fornite dal Ministero e dal Comitato tecnico scientifico? Serve una norma chiarificatrice urgente. Non la si vuole chiamare scudo penale, le si dia un altro nome, perché le scuole potrebbero nei prossimi giorni essere chiuse non per il Covid-19 ma per protesta per l'assenza dal lavoro proprio dei dirigenti scolastici". (ANSA).
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