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Basta con la superficialità con cui il Miur affronta le problematiche serie della scuola: Udir si ribella! La Ministra cerchi di capire in che paese vive, perché in questo i genitori non possono andare a prendere i loro figli come vent’anni fa.
Marcello Pacifico (Udir-Anief): “La responsabilità dei giovani, una volta usciti dal perimetro scolastico, non può essere additata ancora agli insegnanti, al personale Ata o al dirigente scolastico. Va bene rassicurare le famiglie, ma è un modo di procedere che non condividiamo: significa implicitamente accostare alla scuola e a chi vi opera le eventuali manchevolezze del patto di corresponsabilità stipulato con i genitori”.
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Lo stanziamento nella Legge di Bilancio 2018 è di 31,7 milioni di euro per il 2018 e di 95,12 a decorrere dal 2019: sembra che comporterà un aumento stipendiale per i dirigenti di 11.899,74 euro lordi. Ovvero corrispondente a 3.500 euro in più all’anno. Si tratta di una cifra largamente inferiore a quella che sarebbe servita per attuare una vera equiparazione con gli stipendi degli altri dirigenti pubblici, perché il gap rispetto agli altri dirigenti pubblici dell’istruzione e della ricerca è superiora agli 11mila euro.
La stessa Legge di Stabilità, inoltre, prevede lo stanziamento effettivo in busta paga solo con un anno di effetto retroattivo: in pratica, si vuole incrementare la retribuzione di posizione parte fissa, che ha effetti diretti pure sull’assegno previdenziale, solo dal 2018. Secondo il sindacato Udir, tuttavia, la retroattività del provvedimento di soli dodici mesi non basta: poiché lo stipendio rientra nell’attuale contratto collettivo nazionale di categoria, occorre procedere all’incremento stipendiale già dal 2016.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): Ancora una volta, si sta cercando di danneggiare i dirigenti scolastici, con operazioni solo di facciata. È evidente che noi a questo gioco non ci stiamo. Al momento la retribuzione di posizione, parte fissa, dei dirigenti scolastici ammonta a 3.556 euro. Mentre per i dirigenti della stessa area della Conoscenza supera gli 11mila euro. Quindi, indipendentemente dalla parte variabile, i presidi prenderanno 8mila euro in meno, pur appartenendo allo stesso ambito. Per questo, siamo pronti a presentare ricorso che è solo il primo passo per raggiungere la perequazione esterna. La quale si basa sui fondi destinati a restituire una maggiore parte variabile, quella legata ai risultati. Nel triennio attuale non c’è quindi alcuna perequazione da attuare rispetto agli altri dirigenti della stessa area.
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Il Sindacato UDIR plaude all’iniziativa del Ministero degli Esteri che in data 17 e 18 ottobre ha convocato a Roma tutti i Dirigenti scolastici che prestano servizio all’estero. La giornata del 17 era espressamente dedicata alla raccolta di pareri tecnici ai fini della revisione della normativa applicativa, onde rendere il lavoro dei Dirigenti più agile e adatto alle mutate realtà della nostra presenza all’estero (non più legata alle esigenze degli italiani fuori confine, ma ad una visione inclusiva di cooperazione). La giornata del 18, presso la prestigiosa Società Dante Alighieri, è servita a fare il punto della situazione sulle strategie di diffusione e promozione della nostra lingua e cultura all’estero.
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Lo chiede il sindacato Udir presente a Montecitorio, al Convegno nazionale sulla responsabilità dei DS in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro organizzato da Andis e Disal. Il presidente nazionale, Marcello Pacifico, ribadisce i motivi dell’urgenza di modificare l’attuale normativa sulla sicurezza scolastica che fa ricadere in toto le responsabilità sulle spalle dei presidi, pur non avendo questi alcuna possibilità di azione né di intervento economico, anche in presenza di edifici insicuri.
Marcello Pacifico (presidente Anief-Udir): Si tratta di introdurre una norma che permetta ai dirigenti scolastici, trascorsi 15 giorni dalle loro segnalazioni ai Comuni o alle Province senza che vi sia stata alcuna risposta o questa sia giunta di tenore negativo, di essere automaticamente esonerati da qualsiasi responsabilità. Lo Stato italiano non può permettersi di utilizzare i presidi come i capri espiatori dei mancati interventi da parte degli enti proprietari delle scuole. Lo abbiamo detto solo un mese fa durante l'Audizione Udir, sempre a Montecitorio, alla presenza delle commissioni riunite Cultura e Lavoro, durante la quale presentammo la nostra proposta emendativa al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 8, attraverso il ddl n. 3830. In attesa che l’emendamento venga accolto, coscienti del fatto che i tempi di modifica di un testo unico non sono mai a stretto giro di posta, riteniamo intanto importante introdurre una prima norma nella Legge di Stabilità a salvaguardia dell’operato dei presidi. Siamo convinti che il Governo comprenda l’urgenza del caso.
I temi verranno ripresi nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni: a Salerno il 10 novembre, Modena e Pisa. Inoltre, sul sito è possibile aggiornarsi sulle nuove tappe del seminario. I dirigenti interessati a partecipare possono chiedere informazioni all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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ROMA, 23 OTT - Modificare il Testo unico sulla sicurezza e le responsabilità dei presidi. Lo chiede l'Udir alla luce dell'ultimo rapporto di Legambiente Ecoscuola che ha puntato il dito contro le mancate promesse dell'anagrafe scolastica. "Durante gli incontri degli ultimi mesi con centinaia di presidi, è stata pressoché unanime la richiesta - osserva il presidente Marcello Pacifico - di cambiare in toto il Testo Unico sulla sicurezza. I presidi sanno bene che vi è un collegamento immediato tra il problema della sicurezza e quello della responsabilità che ricade sulle loro persone: ci sono dei capi d'istituto costretti a difendersi dalle accuse riconducibili alle analisi tecniche sui documenti di prevenzione, sicurezza e salute, con richieste di condanne penali da tre anni e mezzo in su. Se non vogliamo che si arrivi a chiudere la metà delle nostre scuole, quelle insicure indicate da Legambiente, non c'è altra soluzione: modificare la legge. Non è possibile finire in carcere per colpa dello Stato, tra l'altro - fa notare il sindacalista - per uno stipendio dimezzato rispetto ai colleghi di tutti gli altri comparti". (ANSA).
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