Il vago riferimento al recupero della dignità dei presidi nell'accordo raggiunto tra governo e sindacati è persino offensivo senza alcun proposta concreta come lo stop alle impronte digitali o al salario accessorio senza valutazione o ancora all'obbligo della dimora nella sede di servizio previsti da decreto concretezza e di riforma della PA. Per non parlare del FUN ancora per l'a.s. 2017/2018 privo della RIA dei presidi andati in quiescenza o della mancata perequazione interna con le altre aree della dirigenza dal 2016. Inoltre, a dispetto di quanto detto sul recupero dei salari, rimane nel DEF un taglio progressivo dei soldi per la scuola di cui non si può più tacere.

 

Udir proclama, per il prossimo 17 maggio, lo sciopero dei dirigenti scolastici. A nulla serve l’intesa raggiunta la scorsa notte fra i rappresentanti del governo e alcuni sindacati della scuola, perché impercettibili e vaghi sono stati, nel corso del dialogo fra le parti, i riferimenti alla condizione, sempre più difficile, dei dirigenti scolastici.

Per bloccare la mobilitazione servivano ben altri impegni. Ad esempio un auspicabile passo indietro sul fronte delle impronte digitali e delle rilevazioni biometriche per accertare la presenza dei presidi sul luogo di lavoro: mossa inutile, offensiva, anche antieuropea, su cui ha espresso dubbi anche il Garante per la protezione dei dati personali, e che produrrebbe un inutile aggravio per l’erario. Oppure sarebbe stata necessaria qualche mossa più concreta per garantire l’oggettività nei criteri di valutazione per i dirigenti scolastici, o una semplificazione delle procedure di reclutamento, come richiesto anche da Udir, in una recente audizione in Senato.

Sono ancora molte le criticità che non sembrano essere state nemmeno sfiorate nel dialogo e nell’intesa raggiunti dal governo e da alcune sigle sindacali del mondo della scuola: dal FUN per lo scorso anno scolastico privo di Ria dei dirigenti andati in pensione alla mancata perequazione interna con le altre aree della dirigenza dal 2016. Oltretutto, nonostante le rassicurazioni verbali, non ci sono risposte sul fronte delle retribuzioni – tema caro al giovane sindacato dei dirigenti scolastici – tanto più che non è all’ordine del giorno l’aggiornamento del DEF a cui poi dovrà riferirsi la prossima legge di stabilità 2020.

 

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