Il titolare del Miur, Marco Bussetti, è intervenuto sulla questione dello sciopero dei dirigenti scolastici evidenziando che non si intende controllare l’orario di lavoro dei dirigenti, in quanto gli stessi non ne hanno. Secondo Marcello Pacifico queste parole testimoniano che la misura, quindi, non è davvero utile. Adottare i sistemi biometrici nella scuola non ha alcun senso: non ci stiamo e protestiamo

 

Alla vigilia dello sciopero del 17 maggio dei dirigenti scolastici, a seguito della norma del DDL Concretezza che impone il rilevamento dei dati biometrici ai fini di attestare la presenza quotidiana in servizio, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, è intervenuto sullo sciopero proclamato da Udir: il ministro - come riporta la rivista specializzata orizzonte Scuola – ha premesso che “lo sciopero è un diritto, per cui i dirigenti manifestino pure il proprio disappunto”; inoltre la misura, ha proseguito il titolare del Miur, sarà affrontata con i sindacati di categoria” ed in ultimo ha evidenziato che comunque “non si intende misurare l’orario di lavoro dei dirigenti, in quanto gli stessi non ne hanno”.

L’iter del ddl

Il giovane sindacato ha più volte sottolineato come i sistemi di rilevazione automatica delle presenze del personale contengano delle disposizioni eccessive, ridondanti e anti-europee. A pensarla così è anche il Servizio Studi dei due rami parlamentari, che nella stesura del Dossier specifico sugli “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, il decreto n. 920B, ha ricordato la posizione espressa sul tema dal ‘Garante per la protezione dei dati personali’, secondo il quale non è “conforme al canone di proporzionalità, come declinato dalla giurisprudenza europea, l’introduzione sistematica, generalizzata e indifferenziata per le pubbliche amministrazioni di sistemi di rilevazione delle presenze tramite identificazione biometrica”.

Il commento del presidente Udir

Il presidente Udir, Marcello Pacifico, afferma quindi che la “misura non è davvero utile e le parole del ministro Bussetti lo testimoniano; abbiamo capito cosa non registreranno, ma non ci è chiaro a cosa servano le impronte digitali e i sistemi biometrici. Noi non ci stiamo e protestiamo”.

La protesta

Udir si appresta a scioperare, poiché crede che, colma ormai la misura, non vi sia altro modo per esternare una protesta che ha origine nel cuore delle scuole, rappresentato dai DS che ogni giorno portano avanti le proprie mansioni di gestione, spesso anche con altri plessi in reggenza, carichi di lavoro e responsabilità, pure penali, a partire dalle problematiche collegate alla sicurezza degli istituti, moltissimi dei quali risalenti a prima del 1970.

Dopo uno sciopero organizzato con grande partecipazione, la protesta trasversale “sarò in ferie!” di un anno fa, oggi Udir  disapprova l’accordo raggiunto tra sindacati e Governo  e conferma la mobilitazione, anche a causa dell’ok della VII Commissione del Senato nelle osservazioni al parere sul disegno di legge concretezza approvato dalla Camera.

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