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Il ministero dell’istruzione con la nota 1466 del 20 agosto è intervenuto per fare chiarezza sulle responsabilità civili e panali dei Dirigenti Scolastici in materia di prevenzione e sicurezza COVID-19, ricordando l’applicabilità dell’art. 51 del Codice Penale richiamato dal presidente Udir Marcello Pacifico durante diversi interventi. Bene, ma serve chiarezza normativa anche sul rischio biologico. Perché dopo lo stato di agitazione promosso dai dirigenti Udir, seguono le rassicurazioni del Capo Dipartimento Marco Bruschi del ministero dell’Istruzione sull’applicabilità dell’art. 51 del C.P., già richiamato più volte dal presidente Marcello Pacifico in diversi webinar e allo stesso premier Giuseppe Conte durante gli Stati generali: L'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità, esclude la punibilità” anche nei confronti dei presidi.

Lo ha detto Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato dei dirigenti scolastici Udir, commentando le indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico, dal commissario straordinario Domenico Arcuri e dal ministero dell’Istruzione: durante un’intervista a Italia Stampa, il sindacalista autonomo ha ricordato che tantissimi banchi monoposto nuovi, oltre due milioni, “arriveranno tra settembre e fine ottobre alle scuole: verranno assegnati sulla base delle necessità legate alla riapertura dei singoli istituti, come il tasso di diffusione del Covid nelle singole regioni e a dei criteri che dovrebbero rispondere a delle priorità oggettive. Ma il problema prioritario dei dirigenti scolastici non è quello di avere i banchi: è di avere a disposizione delle aule in modo da garantire il distanziamento interpersonale. Ovviamente anche di avere il personale docente. È evidente che il Governo ha fatto un grande sforzo nell’autorizzare l’assunzione di più 80 mila nuovi supplenti, tra docenti e Ata, ma tutto questo potrebbe non bastare, tanto che il Comitato tecnico scientifico ritiene che in caso di mancato distanziamento bisognerà procedere con l’obbligo di indossare le mascherine”.

A seguito delle ultime informative del Comitato tecnico scientifico e dell’incontro tenuto nella serata tra la ministra Lucia Azzolina, il commissario straordinario Domenico Arcuri e le organizzazioni rappresentative dei dd.ss., il giovane sindacato dei dirigenti scolastici annuncia che se non interverrà una norma in Parlamento il ricorso allo stop alle attività sarà inevitabile. In alcuni istituti mancheranno infatti i banchi fino a novembre, in altri le nuove aule per tutto l'anno, oltre che il personale necessario. Cosicché non si potrà appieno rispettare le norme sul distanziamento interpersonale previsto dal protocollo sulla sicurezza del 6 agosto. Non bastano le rassicurazioni del CTS. In presenza di contagio, in questa condizione il capo d’istituto sarebbe il primo responsabile penale e civile, inquisito d'ufficio

L’avvio del nuovo anno scolastico 2020/2021 è oramai alle porte e molti sono gli interrogativi che non hanno ancora una risposta certa, diversi sono gli incontri che si susseguono in questi giorni e nonostante ciò molte scuole non hanno a disposizione spazi sufficienti per ripartire in sicurezza con la didattica in presenza

A mio avviso dovrà esserci uno sgravio di responsabilità per il personale scolastico, non può esserci responsabilità del singolo”: con queste parole, il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che è anche medico, sembra replicare positivamente all’appello pubblico lanciato poche ore prima dal sindacato Udir sull’esigenza di definire le responsabilità dei dirigenti scolastici sul ritorno in classe in presenza. Udir ribadisce, pertanto, la richiesta di rimettere mano al Testo unico sulla sicurezza sulla responsabilità dei presidi, introducendo uno “scudo” ad hoc per tutelare i capi d’istituto: stiamo parlando di datori di lavoro sempre più atipici, privati di poteri di spesa sulla prevenzione e sulle misure legate alla salute del personale scolastico e studentesco, ma direttamente responsabili, addirittura penalmente, in presenza di malattie cagionate nell’ambiente di lavoro scolastico. E siccome con il ritorno a scuola, questa situazione potrebbe venirsi a creare con un’alta frequenza, è bene agire subito a livello normativo.