A settembre oltre 2 mila istituti senza presidi. Udir: serve la proroga di un anno dei pensionamenti
A seguito dei pensionamenti, volontari e d’ufficio, che si concretizzeranno in estate, saranno tantissimi gli istituti – uno ogni quattro - privi del loro capo d’istituto e che quindi andranno in reggenza. Quella che doveva essere una situazione transitoria ed eccezionale, con alcune scuole assegnate a presidi già titolare del loro istituto, sta diventando purtroppo la prassi. Aggravata dall’allestimento di un concorso elefantiaco, ancora da avviare, con troppi precari e neo-immessi in ruolo illegittimamente esclusi, che blocca anche qualsiasi tentativo di turn over. A fronte di questa situazione di assoluta emergenza, l’associazione sindacale Udir si è fatta promotrice di una proposta emendativa, attraverso la quale chiede di posticipare di dodici mesi i pensionamenti dei dirigenti scolastici destinati ad andare in pensione il prossimo 1° settembre: si tratterebbe di una facoltà, quindi su base volontaria, sicuramente utile per limitare i danni.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Considerando che le reggenze scolastiche, per ragioni oggettivamente intuibili, non garantiscono una funzionale organizzazione del servizio sia in termini di qualità, sia in termini di efficienza organizzativa, la permanenza volontaria in servizio al 31 agosto 2019 dei Dirigenti scolastici collocati in pensione dal 1° settembre 2018 garantirebbe pertanto continuità alle istituzioni scolastiche, con un successivo passaggio quasi naturale ai nuovi presidi vincitori di concorso da espletarsi il 1° settembre 2019. In questo modo si eviterebbe di aumentare il bacino delle reggenze che non veicolano di certo un’adeguata organizzazione del lavoro, didattica e formativa. Inoltre, sul piano finanziario, la proroga comporterebbe un risparmio per la finanza pubblica, considerando la mancata assegnazione delle reggenze e quindi delle diarie ad personam.
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ROMA, 6 GIU - I presidi degli istituti comprensivi vengono ammessi nel ruolo di Presidenti delle Commissioni degli imminenti esami conclusivi del secondo ciclo delle scuole superiori: a renderlo noto è l'Udir, il quale sottolinea che sono arrivate in tal senso sentenze del Tribunale amministrativo del Lazio, annullando una nota e una circolare del Miur in questa materia. "Le norme in vigore, tra l'altro - evidenzia il sindacato - non danno adito a dubbi. A partire dall'art. 3 del D.P.R. 140/2008 si è stabilito che "il reclutamento dei Dirigenti Scolastici, con l'unificazione dei tre settori formativi della dirigenza scolastica, si realizza mediante un unico concorso per esami e titoli che si svolge in sede regionale". "Dal 2008 - spiega Marcello Pacifico, presidente Udir - è stato introdotto il ruolo unico della categoria, con i dirigenti scolastici che possono essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto, escludendoli a priori dalle commissioni della maturità, costituisce un atto illogico e discriminante. E ora a dirlo non è solo l'Udir, ma anche i giudici". (ANSA).
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Sovvertendo il diktat del Ministero dell’Istruzione, i presidi degli istituti comprensivi vengono ammessi nel ruolo di Presidenti delle Commissioni degli imminenti esami conclusivi del secondo ciclo delle scuole superiori: è la prima schiacciante vittoria del nuovo sindacato dei dirigenti scolastici che annulla una Circolare e una Nota Miur in tempi record, grazie ai ricorsi gratuiti patrocinati al tribunale amministrativo, confermando le tesi dei legali Gorgo e Niro. Le norme in vigore, tra l’altro, non danno adito a dubbi. A partire dall’art. 3 del D.P.R. 140/2008 si è stabilito che “il reclutamento dei Dirigenti Scolastici, con l’unificazione dei tre settori formativi della dirigenza scolastica, si realizza mediante un unico concorso per esami e titoli che si svolge in sede regionale”.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria, con i dirigenti scolastici che possono essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto, escludendoli a priori dalle commissioni della maturità, costituisce un atto illogico e discriminante. E ora a dirlo non è solo l’Udir, ma anche i giudici.
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Come se non bastasse lo stipendio più basso della Pubblica amministrazione, con aumenti minimi in arrivo che non cambiano la sostanza, ora si scopre che le indennità di rischio previste per gli altri dirigenti pubblici, ugualmente distaccati oltre confine, in servizio presso le ambasciate, risultano decisamente maggiorate. La discrepanza, oltre che essere inconcepibile da un punto di vista concettuale, risulta non ammessa nemmeno dalla normativa vigente. Perché sulla base dell’articolo 29 del D.lgs. 64/2017, che disciplina la scuola italiana all'estero, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera h), della L. 107/2015, risulta che per legge debbano essere assegnati dei coefficienti “fissati sulla base del costo della vita e delle sue variazioni risultanti da rilevamenti obiettivi effettuati avvalendosi di agenzie specializzate a livello internazionale o dei dati statistici elaborati dalle Nazioni Unite e dall'Unione europea, con particolare riferimento al costo dei servizi”.
L'Ufficio Legale Udir ha quindi preparato una specifica diffida da inviare al Ministero degli Affari Esteri e avviato le preadesioni al ricorso volto a tutelare i diritti dei lavoratori della scuola distaccati all'estero, ancora una volta discriminati rispetto al resto del personale della PA. Per informazioni e aderire al ricorso, clicca qui.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Quanto deciso dall’amministrazione italiana rimane un mistero, perché l'indennità di rischio va parametrata al costo della vita: nei loro confronti, infatti, vanno adottate delle situazioni di rischio e di disagio alla stregua di quelle oggettivamente considerate per il calcolo percentuale del trattamento economico degli altri dirigenti pubblici italiani che non prestano servizio nella scuola. Ci troviamo, quindi, davanti ad una vera discriminazione, attuata anche a dispetto delle norme. Per questo, il nostro ufficio legale ha predisposto una specifica diffida e avviato il ricorso volto a tutelare i diritti dei lavoratori della scuola distaccati nelle scuole italiane all'estero.
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